27 febbraio 2012

Creating a Style!


Ciò che volevo realizzare con il progetto "DEI" era una mia personale ricerca sullo stile. Non avevo certo la presunzione di poter creare, in assoluto, qualcosa di completamente nuovo o originale, ma avevo la necessità di rendere più frizzante il mio lavoro.
Nell'era dei computer, ma soprattutto dopo aver passato gli ultimi anni a colorare in digitale e quindi aver assaporato un certo tipo di "vibrazione luminosa", moderna, pulita, volevo (/vorrei/vorrò) che anche il segno potesse seguire la piccola "rivoluzione emotiva" che stavo vivendo. Insomma volevo che, in qualche modo, le tavole vibrassero e trasmettessero gioia.

La mia idea, semplicemente, è che il fumetto sia intrattenimento. Non sono assolutamente d'accordo con chi pensa che la "nona arte" possa essere facilmente soppiantata da cinema e videogiochi, sono convinto, ancora e sempre, delle sue enormi potenzialità che però devono essere tirate fuori "a forza" da tecniche e modi di raccontare sempre nuovi. E' veramente assurdo, da parte di un autore, lamentarsi della concorrenza dei videogiochi, mentre disegna ancora con tecniche e stili di 20 anni fa. La tecnologia del cinema si è evoluta, i videogiochi hanno fatto e fanno costantemente passi da gigante, i fumetti si sono fermati, invece, anzi sono addirittura tornati indietro (se mi metto a leggere e guardare alcune tavole dei famigerati "umanoidi associati" degli anni '70-'80).   

Sfortunatamente per me non avevo ancora focalizzato bene, però, quali fossero gli elementi su cui puntare per riuscire a far vibrare un po' di più il mio stile perché in effetti pensavo che la costruzione di uno stile si limitasse alla scelta degli strumenti più adatti per raggiungere uno specifico obiettivo: matita, piuttosto che china, piuttosto che colore a mano ecc.. e invece non è assolutamente così.

Si deve partire a considerare la storia e il modo in cui si vuole raccontarla. E' una somma di scelte sulle inquadrature, sui ritmi di lettura, sulla gestione delle proporzioni dei personaggi, sui pesi dei diversi colori e soprattutto sul coraggio di arrivare al risultato.

Il "coraggio" di arrivare effettivamente al risultato che si vuole ottenere, cercando di slegarsi, il più possibile, dalle regole che abbiamo metabolizzato nel corso della nostra esperienza e che rischiano, però, di costringerti in risultati sempre troppo omogenei tra loro.

In queste tavole, che abbiamo presentato ad Ankama, non avevo ancora trovato questo genere di coraggio. E non capivo come avrei potuto raggiungerlo. 

PS: Alex Crippa sta scrivendo una serie di post molto interessanti che analizzano questo genere di discorsi dal punto di vista dello sceneggiatore.

11 commenti:

  1. Un "paio d'anni" per imparare quelle regole che poi cerchiamo per tutta una vita di infrangere...glob!

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  2. CONCORDO! Ho provato a fare questo discorso con amici. Figurati, erano dei grandissimi appassionati di Bonelli. FIGURATI.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. più ci penso e più il nostro progetto l'abbiamo vissuto (e continuiamo a viverlo) come un infinito work in progress. succede quando la passione prende il sopravvento sulla professione (ma solo a livello di tempistiche...ci sbatteremmo molto meno senza questa magnifica ossessione!).
    non mi vergogno infatti a dire che ancora adesso ho riletto e risistemato tutti i testi delle 124 tavole del primo tomo per aggiornare e migliorare la pubblicazione italiana. dettagli e finezze che magari colgo solo io. chi me lo fa fare? non ne ho idea, ma prima o poi devo uscirne...

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  5. Si, hai detto giusto Alex: "un infinito work in progress"!!! nell'accezione positiva del termine "infinito"!:)
    un vero e proprio "campo di battaglia" dove poter sperimentare tutte le nostre pippe mentali, ma sempre con rigore e "struttura"!
    Ricordo ancora, infatti, uno dei passaggi delle critiche francesi, che mi è piaciuto di più: "finalmente un libro di ankama in cui si legge e si capisce una storia!!!" :D

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  6. Complimenti a entrambi! Non vedo l'ora di gustarmelo ancor di più in edizione italiana! Concordo quando scrivi "Si deve partire a considerare la storia e il modo in cui si vuole raccontarla": parole sante!
    Per quanto riguarda la rivoluzione che ti eri prefissato nel raccontare per immagini "Dei", beh da quello che ho visto ci sei riuscito a pieno: rispetto a queste prime tavole, nelle definitive di "Dei" si avverte una certa vibrazione, una voglia di cambiamento nell'illustrare la storia, cambiamento che hai ulteriormente accentuato nel secondo volume in fase di realizzazione; su alcune tavole che ho visto sembra quasi tu voglia rompere i limiti "fisici" della pagina (cosa che poi hai raggiunto con il 3D...): non si può far atterrare Mars il dio della guerra su una strada piena di auto e pretendere di rinchiudere l'intera scena in una classica tavola a vignette rigide squadrate!! ;-D

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  7. Ciao Emanuele! ho letto con piacere il tuo post. Sono d'accordissimo con te sulla ricorrente prigionia che noi disegnatori viviamo all'interno delle vignette, e questa cosa si scatena con ancora più veemenza in chi esplora ed ha una visione molto più ampia nei confronti del linguaggio narrativo (che sia fumetto, film in live action, animazione, vg, e chi più ne ha più ne metta). La voglia di fuggire, di fare qualcosa di nuovo. Perchè è inutile, noi abbiamo delle visioni, c'è della metafisica, non possiamo condensare tutto ciò che abbiamo in testa in una tavola, trovo che il termine gabbia utilizzato nel fumetto sia estremamente corretto. Siamo limitatissimi. Io sono dell'idea che solo la musica senza testo riesca ad esprimere tutto ciò che abbiamo dentro. Chiudendo questa parentesi :D Volevo dirti che ho osservato con attenzione le tavole di Dei del primo volume, sia quelle iniziali che quelle risistemate...ci tengo a precisare che non c'è nessuna critica, nessuna provocazione, anche perchè quando mi sono capitate sott'occhio mesi fa ho gridato dalla gioia, davvero davvero belle :) La differenza che ho visto sta nell'esagerazione della muscolatura di Marte, tante caratteristiche rese più evidenti, e la fuoriuscita di alcuni elementi dalla vignetta. E' questo il cambiamento di cui parliamo? A me sembra che alla fine sia minimo, niente di nuovo... Siamo sempre imbrigliati nelle vignette, nei contorni. Forse qualcosa si potrebbe fare cambiando il formato, un libro tondo, un libro 16:9 alla 300, non so.... ma ho l'impressione che sia veramente difficile fare qualcosa di originale.
    L'originalità probabilmente viene dal sapere usare in maniera diversa gli strumenti che abbiamo all'interno di certi canoni comunque ben definiti. Ma rimaniamo sempre legati.
    Probabilmente una rivoluzione a livello tecnico (non parlo di sceneggiatura) non si potrà fare, frase ormai fatta ma vera: è stato già fatto tutto..

    Con questo spero di non averti offeso, anche perchè, come ho già detto, apprezzo un sacco il tuo lavoro :) :)

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  8. "...E' veramente assurdo, da parte di un autore, lamentarsi della concorrenza dei videogiochi, mentre disegna ancora con tecniche e stili di 20 anni fa. La tecnologia del cinema si è evoluta, i videogiochi hanno fatto e fanno costantemente passi da gigante..."

    Da un punto di vista di animazioni, software 3d ok. Ma tieni conto che è sempre importante il contenuto. Io ho visto dei videogiochi ben fatti graficamente ma che si sono rivelati una cagata totale (e ho visto i relativi commenti).

    I fumetti si sono fermati, invece, anzi sono addirittura tornati indietro (se mi metto a leggere e guardare alcune tavole dei famigerati "umanoidi associati" degli anni '70-'80)..."

    La cosa che mi colpisce sempre dei fumetti (nel 90% dei casi)sono le situazioni stereotipate (la donna con le supertette che sfidano la legge di gravità e via dicendo)..e sopratutto l'assenza di contenuto o di una piccola trasmissione di qualcosa (tipo, leggi Harpun http://harpun-comic.blogspot.com/ e vedrai che con i colori comunica qualcosa senza scrivere nulla). Quella si che è creatività.

    Purtroppo è molto difficile chiedere alle persone creatività quando tutti ti dicono di correre

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  9. Ciao FAles! ma figurati!!! nessun'offesa, anzi grazie!! sia per i complimenti sia per lo spunto di riflessioni che, però, vorrei esprimerti in un post "su misura"! ;)

    Lukker: affronterò nel nuovo post anche alcuni argomenti che suggerisci tu! grazie del tuo contributo! ;)

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