In un commento al post precedente, Fales scrive:
"Volevo dirti che ho osservato con attenzione le tavole di Dei del primo volume, sia quelle iniziali che quelle risistemate...ci tengo a precisare che non c'è nessuna critica, nessuna provocazione, anche perchè quando mi sono capitate sott'occhio mesi fa ho gridato dalla gioia, davvero davvero belle :) La differenza che ho visto sta nell'esagerazione della muscolatura di Marte, tante caratteristiche rese più evidenti, e la fuoriuscita di alcuni elementi dalla vignetta. E' questo il cambiamento di cui parliamo? A me sembra che alla fine sia minimo, niente di nuovo... Siamo sempre imbrigliati nelle vignette, nei contorni. Forse qualcosa si potrebbe fare cambiando il formato, un libro tondo, un libro 16:9 alla 300, non so.... ma ho l'impressione che sia veramente difficile fare qualcosa di originale.
L'originalità probabilmente viene dal sapere usare in maniera diversa gli strumenti che abbiamo all'interno di certi canoni comunque ben definiti. Ma rimaniamo sempre legati.Probabilmente una rivoluzione a livello tecnico (non parlo di sceneggiatura) non si potrà fare, frase ormai fatta ma vera: è stato già fatto tutto.."
Apprezzo molto l'intervento di Fales, perché mi da lo spunto per precisare alcune cose:
Ho iniziato questo discorso dicendo che, con
DEI, non volevo avere la presunzione di creare qualcosa di
nuovo e originale, ma rendere più
frizzante e divertente il mio lavoro.
Se mi diverto io a disegnare una cosa, il lettore si divertirà a sua volta a leggerla. Con onestà.
E' vero, si potrebbe dire che tutto è già stato fatto, che non ci potrà mai essere una vera e propria rivoluzione a livello tecnico ecc. Io non sono d'accordo, essenzialmente perché ognuno di noi, disegnatori, sceneggiatori, coloristi ecc, è un "mondo a se'", e ognuno ha il proprio punto di vista sulle cose. In questi anni, per esempio, altri artisti si erano cimentati con lo studio visivo del progetto "DEI", e per ognuno di essi corrispondeva un risultato completamente differente dagli altri. Questa è l' "
originalità" su cui mi interessa soffermarmi, l' "originalità" del mio punto di vista, di disegnatore, rispetto agli altri. Voi non andrete a leggere "DEI", voi leggerete il "DEI" di
Crippa-Tenderini, voi leggerete le nostre specifiche idee, il nostro specifico modo di affrontare una storia, di provare a "infrangere" le regole, i miei specifici colori e le mie forme, i ritmi specifici di Alex. E' in questa accezione, che sembra banale, che ci si deve interessare alla "ricerca".
Per quanto riguarda gli strumenti, invece, bisognerebbe fare un discorso a parte, che ho già affrontato , più o meno,
QUI.
Viviamo in un periodo in cui il mercato si sta traghettando verso nuove tipologie di strumenti. Da questo punto di vista possiamo ritenerci molto fortunati, ma anche molto sfortunati.
Siamo fortunati perché abbiamo la possibilità di scoprire nuovi "risultati": ogni giorno ne vedo a milioni, su internet. Siamo sfortunati perché per trovarli, questi risultati, dobbiamo combattere contro noi stessi per avere il coraggio di scoprirli, abbandonando le nostre "sicurezze".
Ci ho messo 10 anni, per passare da questo:
a questo:
Probabilmente ce ne metterò altrettanti per passare ad uno "step" successivo. Nel mezzo ci sono universi di colore, segni, lavori, che si sono evoluti e che mi hanno dato gli strumenti per andare avanti nel mio lavoro. Milioni di disegnatori l'hanno fatto prima di me, e milioni lo faranno dopo, ma ciò che conta, per me, è il mio punto di vista, per me stesso, perché il nostro lavoro, il lavoro di disegnatore non è una "gestualità" fine a se' stessa, è un "modo di vivere" e in quanto tale me la devo coccolare giorno per giorno, anche nei momenti più duri.