siilo!
Da un po' di anni ricevo diverse mail di persone che chiedono di diventare miei allievi. Ragazzi più o meno giovani che vogliono imparare a colorare i fumetti, o perfezionare la loro tecnica di disegno.
Io sono sempre molto lusingato da queste richieste, e sono sempre disponibile con tutti, ma ogni volta succede qualcosa che, sinceramente, mi delude.
Ok, partiamo da un presupposto: io non mi sono mai fatto pagare per le mie lezioni private di colore o disegno. Se una persona mi chiede "aiuto" io glielo do. Mi metto a completa disposizione, gratuitamente ripeto, e cerco di offrire tutto il possibile, in termini tecnico-didattici, per aiutare l'interessato a raggiungere l'obiettivo sperato.
Chiaramente tutto questo deve coincidere, in primis, con i miei impegni lavorativi ed effettivamente può capitare che ci siano periodi di "stand-by" dove chiedo all' "allievo" di aver pazienza e continuare a fare gli esercizi che gli offro senza avere un regolare mio feedback. La "gratuità" deve essere "ripagata" con la pazienza.
Molte volte, però, il rapporto "maestro-allievo" non inizia nemmeno.
Vi svelo una mia tecnica:
quando una persona viene a chiedermi di diventare mio allievo, io accetto quasi subito. Da li in poi seguirà un periodo, intorno a 1 o 2 mesi, in cui rimanderò gli incontri, chiederò di aver pazienza, non mi farò sentire ecc, per "testare" il vero interesse del futuro allievo.
Se l'allievo "scompare", non si fa sentire, ok, non era sufficientemente motivato. Se l'allievo continua a "rompermi le scatole", chiamando, scrivendo, chiedendo incontri, significa che è interessato e si passa alla fase 2, che è la più drammatica.
Nella fase 2, dopo aver subìto (io) la continua "rottura di scatole" della persona che vuole imparare, do un paio di "semplici" esercizi e senza spiegare troppe cose chiedo di farli e di rivederci una volta eseguiti.
E a questo punto, il 99% delle volte, l'allievo scompare.
Ha rotto le scatole a me, per 2 mesi, affinchè io gli insegnassi la colorazione, ha scritto mail, telefonato, mandato messaggini, mi ha chiesto di impegnarmi a seguirlo, poi quand'è il "suo turno" di dimostrarmi qualcosa, non me lo dimostra e non si fa più sentire.
E io, cosa dovrei farci?
(Per non parlare, poi, delle persone che mi dicono a disposizione di trasferirsi per 1 anno a Venezia, e poi mi chiedono di cercare loro casa).
Tutto questo non lo scrivo per me. A me fa piacere quando la gente si interessa del mio lavoro. Non lo scrivo nemmeno perché credo seriamente che la gente debba preoccuparsi di ciò che ho da dire io sul colore.
Lo scrivo per dare un consiglio ai giovani che vogliono diventare dei professionisti: se volete imparare le cose e raggiungere i vostri obbiettivi: zitti e fate.