07 marzo 2011

Ma come si arriva...

...ad una colorazione come quella di 100 anime?

A parte i discorsi teorici sulla fisica della luce, il contrasto simultaneo, le proprietà del colore ecc..., si parte innanzitutto, come ho detto fin dall'inizio, dalla resa volumetrica.
tavola tratta da "100 anime" Ed. Delcourt, Sceneggiatura: Alex Crippa, Disegni: Alfio Buscaglia, Colore: Emanuele Tenderini
Devo ammetterlo, quando iniziai questo lavoro avevo un po' di ansia, perchè credevo di non riuscire a gestire lo "spazio" che Alfio mi lasciava a disposizione. 
In questa tavola per come la vedete, che è la versione che arrivava a me per essere colorata, tutto il discorso sulle volumetrie viene lasciato al colore. SBAGLIATO! La fortuna di lavorare con un maestro con Buscaglia è data dal fatto che essendo un ottimo disegnatore, la costruzione delle sue figure e dei suoi ambienti, si basa su una resa tridimensionale molto precisa. Poco importa se il risultato definitivo sia a linea chiara, a neri netti, a neri tratteggiati o altro, il punto è che con il suo segno lui già riesce a creare forme con una loro solidità e una loro volumetria (sarebbe bello poter vedere da che matita, Alfio, ha costruito la sua tavola).

In ogni modo dentro questo tipo di tavola c'è già tutto, forma, volume, profondità, luci. Per poter vedere questo "tutto", basta procedere per piccoli passi, e infatti, ciò che il colorista deve fare dopo aver aperto il file non è buttarsi subito sul colore, ma...
tavola tratta da "100 anime" Ed. Delcourt, Sceneggiatura: Alex Crippa, Disegni: Alfio Buscaglia, Colore: Emanuele Tenderini
Studiare le volumetrie a matita. 
Questo studio a matita mi permette di definire innanzitutto dove sono posizionate le fonti di luce e che tipo di fonti di luce sono (in questo specifica tavola abbiamo fonti di luce artificiali). Dal posizionamento delle fonti di luce passerò alla determinazione delle volumetrie che ne scaturiscono, sulle figure e sugli ambienti, considerando le ombre proprie (quelle che ogni oggetto o figura riflette su se stesso) e le ombre riportate (quelle che ogni oggetto o figura riflette su altri oggetti o figure).

Ed è in questa fase che si può parlare di virtuosismo, perchè qui il colorista riprende il discorso del disegnatore, e lo fa proprio, aggiungendo quei tagli di luce che arricchiscono la scena, completando la narrazione dal punto di vista strettamente "emotivo". Più un colorista ha la capacità di osservare e misurare la realtà, e i fenomeni che la regolano, più potrà individuare, in scene simili, elementi che possano destare l'interesse del lettore, anche da un punto di vista meramente tecnico.

Ma con questo metodo non si allungano i tempi di sviluppo di una tavola?

Al contrario, si accorciano. Separando analiticamente la fase di studio dei volumi dalla fase di coloritura, si ha il "tempo" di concentrarsi su più elementi da sviluppare (ad un primo step, appunto, il gioco delle ombre e dei tagli di luce, ad un secondo step, la temperatura e la profondità dei colori), senza però andare per tentativi, senza improvvisare, ma ragionando su ogni piccolo dettaglio. E' in questa fase che, se vogliamo, possiamo decidere sull'equilibrio della tavola, o sulla sua disarmonia e avendo sempre sott'occhio questo studio, nella fase di colorazione definitiva, potremo "solo" goderci il piacere di giocare con i colori, forti di uno "scheletro volumetrico" appena costruito che ci sorreggerà in tutte le nostre scelte cromatiche.

Infine, questo step rappresenta un vero e proprio "bridge" tra disegno e colore, che da la possibilità al colorista (figura in questo caso scissa da quella del disegnatore) di capire il segno del disegnatore e adattarsi al suo stile, per integrare al meglio le due componenti che creeranno il risultato finale.
tavola tratta da "100 anime" Ed. Delcourt, Sceneggiatura: Alex Crippa, Disegni: Alfio Buscaglia, Colore: Emanuele Tenderini



4 commenti:

  1. Onestamente non ho mai pensato allo step a matita. Forse perché colorando sempre le mie tavole non ne ho mai sentito la necessitá perché andavo sicuro.
    Ma effettivamente é molto importante e risparmi tempo in ogni caso.

    Alfio é troppo bravo. Ho preso di recente nuisible in francese disegnato da lui e wow. Sto 100 anime devo ancora prenderlo invece.

    Comunque sta vignetta centrale é ambigua ehehehe

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  2. il disegno a china ,da consegnare al colorista, dev'essere sempre "ligne claire"?o meglio:ha senso colorare un disegno pieno di tratteggi o retinatura?

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  3. in realtà, jac, lo step a matita può essere sviluppato anche a computer (non serve che sia necessariamente tratteggiato a matita, ciò che conta è lo studio dei volumi..) vi mostrerò come l'ho sviluppato per Wondercity..!

    Francesco, tutto ha senso, anche colorare una china molto piena o tratteggiata...l'importante è trovare sempre il giusto equilibrio tra disegno e colore.

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  4. Davvero interessante questo passaggio

    Sto recuperando tutte le lezioni una dietro l'altra e devo dire che questo corso lo stai gestendo maledettamente bene :D

    UNa domanda: come mai nell'ultima vignetta hai poi cambiato le ombre nella colorazione? MI sembrano più corrette quelle fatte a matita

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