29 luglio 2011

Se vuoi essere mio allievo,


siilo!

Da un po' di anni ricevo diverse mail di persone che chiedono di diventare miei allievi. Ragazzi più o meno giovani che vogliono imparare a colorare i fumetti, o perfezionare la loro tecnica di disegno.
Io sono sempre molto lusingato da queste richieste, e sono sempre disponibile con tutti, ma ogni volta succede qualcosa che, sinceramente, mi delude.

Ok, partiamo da un presupposto: io non mi sono mai fatto pagare per le mie lezioni private di colore o disegno. Se una persona mi chiede "aiuto" io glielo do. Mi metto a completa disposizione, gratuitamente ripeto, e cerco di offrire tutto il possibile, in termini tecnico-didattici, per aiutare l'interessato a raggiungere l'obiettivo sperato.  
Chiaramente tutto questo deve coincidere, in primis, con i miei impegni lavorativi ed effettivamente può capitare che ci siano periodi di "stand-by" dove chiedo all' "allievo" di aver pazienza e continuare a fare gli esercizi che gli offro senza avere un regolare mio feedback. La "gratuità" deve essere "ripagata" con la pazienza.

Molte volte, però, il rapporto "maestro-allievo" non inizia nemmeno.

Vi svelo una mia tecnica:
quando una persona viene a chiedermi di diventare mio allievo, io accetto quasi subito. Da li in poi seguirà un periodo, intorno a 1 o 2 mesi, in cui rimanderò gli incontri, chiederò di aver pazienza, non mi farò sentire ecc, per "testare" il vero interesse del futuro allievo. 

Se l'allievo "scompare", non si fa sentire, ok, non era sufficientemente motivato. Se l'allievo continua a "rompermi le scatole", chiamando, scrivendo, chiedendo incontri, significa che è interessato e si passa alla fase 2, che è la più drammatica.

Nella fase 2, dopo aver subìto (io) la continua "rottura di scatole"  della persona che vuole imparare, do un paio di "semplici" esercizi e senza spiegare troppe cose chiedo di farli e di rivederci una volta eseguiti. 
E a questo punto, il 99% delle volte, l'allievo scompare. 
Ha rotto le scatole a me, per 2 mesi, affinchè io gli insegnassi la colorazione, ha scritto mail, telefonato, mandato messaggini, mi ha chiesto di impegnarmi a seguirlo,  poi quand'è il "suo turno" di dimostrarmi qualcosa, non me lo dimostra e non si fa più sentire.
E io, cosa dovrei farci?

(Per non parlare, poi, delle persone che mi dicono a disposizione di trasferirsi per 1 anno a Venezia, e poi mi chiedono di cercare loro casa).

Tutto questo non lo scrivo per me. A me fa piacere quando la gente si interessa del mio lavoro. Non lo scrivo nemmeno perché credo seriamente che la gente debba preoccuparsi di ciò che ho da dire io sul colore. 
Lo scrivo per dare un consiglio ai giovani che vogliono diventare dei professionisti: se volete imparare le cose e raggiungere i vostri obbiettivi: zitti e fate.


28 luglio 2011

Le scene

Ogni regione d'italia ha, più o meno, il suo "fermento artistico". Gruppi di autori (nel fumetto, come nell'arte) che portano avanti dei percorsi creativi di massimo spicco. Vedo queste "sinergie regionali" come dei grandi e fiorenti organismi, composti da tante piccole "cellule" ognuna con la propria personalità, la propria tecnica, il proprio modo di esprimersi e il proprio modo di relazionarsi creativamente con le altre cellule che compongono la macro-anatomia.
C'è l' "organismo" Romano, l' "organismo Milanese", l' "organismo Bolognese" e così via, e non ho problemi a dire che ciò che viene partorito da queste "creature", si può considerare benissimo come la produzione di più alto livello oggi presente nel mercato globale dell'illustrazione e del fumetto.

A Venezia le cose sono un po' diverse. La città è "strutturalmente" difficile. E' una città-parco giochi, pensata esclusivamente per i turisti, o per i ricchi di sinistra.
E' una città piccola, monumentale e vecchia, ma con un grande cuore pulsante, che però, appunto, è "soffocato" dagli "stranieri". Un turbinio di borse, maschere, vetro e caffè a 3 euro. E non esiste periferia a Venezia, tutto è Centro, e tutto è oscurato dall'ombra ingombrante del ricordo di Hugo Pratt.

In una città del genere, dove anche se non esistono automobili, vieni investito da informi masse di carni casuali, rischiando ugualmente la vita, è difficilissimo creare un "organismo creativo". Si è "per strada", ma non ci si incontra. Ognuno a casa sua, ognuno nella sua torre d'avorio e preservare la propria esistenza da questa enorme famelica anaconda che è il flusso turistico. 
Siamo tante cellule, ma senza macro-anatomia (ma bisognerà cambiare).

E questo mi fa provare una forte invidia e un forte fascino nei confronti delle scene vive e pulsanti delle altre regioni. 

Ciò che di meglio sta producendo, a mio parere in questi anni la scena Fiorentina è QUESTO, e QUESTO, e QUESTO, e poi QUESTO, e QUESTA officina qua (che però ora non è più a Firenze, per cui non dovrei metterla nella lista!!! ;)).

Beh, che dire ragazzi? Vi invidio! :P!

27 luglio 2011

26 luglio 2011

Gatti Africani


Sabato sono andato a vedere "African Cats", al cinema. 
Alcune considerazioni a riguardo:


- Il documentario sui Fenicotteri Rosa, "Crimson Wing", è ancora inarrivabile. "Disney Nature" è veramente una collana di documentari stellari, produzioni stratosferiche curate in ogni dettaglio e anche questo "African Cats" non si smentisce, ma i fenicotteri sono davvero su un'altro pianeta.
Anche in questo caso le immagini sono di una qualità eccelsa, la narrazione è commovente, i tempi sono giustissimi, non ci si annoia mai e tutto viene amalgamato da una colonna sonora brillante. Non mi aspettavo di vedere dei leoni così belli, ma rispetto ad osservare da vicino dei fenicotteri rosa, qui tutto è ad un livello più "umano". 


- Eravamo in 2 in sala. 2. Non c'era nessun altro. E la cosa mi rattrista un po', perché quando vidi "Oceani", doppiato da quei 3 cani di Aldo, Giovanni e Giacomo, la sala era gremita. 
La voce narrante, questa volta, è di Claudia Cardinale. Un po' troppo "ruvida" per i miei gusti, ancora una volta niente da spartire con la soave voce narrante dei Fenicotteri!


- La natura si conferma, cmq, essere davvero spietata, nonostante tutto abbia un senso. Il "meccanismo" di vita e di morte degli animali, prede e predatori, è evidentemente parte di un "motore" planetario di cui, ahimè, noi non facciamo parte, se non per incepparlo.


- La mamma ghepardo è l'essere con più coglioni fumanti che io abbia mai visto. Non sto parlando delle "mamme ghepardo" in generale, sto parlando nello specifico di quella del film.


- Mi sono definitivamente reso conto che ormai non ha più molto senso andare a vedere un documentario al cinema. La qualità dei televisori full HD che abbiamo in casa supera di gran lunga la "sporcizia" e il lieve sfocamento degli obsoleti schermi cinematografici (per lo meno quello dell' USCISCINEMA in cui sono andato io). I colori non sono del tutto brillanti, molti dettagli si perdono, l'immagine si impasta. Nella tranquillità del mio divano, probabilmente, me lo sarei goduto visivamente 3 volte di più (e me lo godrò presto visto che non me lo faccio di sicuro sfuggire in BlueRay).


- Il leone protagonista ha un dente a penzoloni, per tutto il film. Questa cosa mi ha fatto provare un sottile dolore alle gengive fino all'ultimo.

- Nei titoli di coda ci sono delle pacchianate che non apprezzo in questo genere di produzioni, ma che avrebbero dovuto, maldestramente, divertire i bambini e i loro genitori (che non erano) in sala.

Insomma, un film assolutamente da vedere, preferibilmente su un bel televisore full Hd. Storie intrecciate raccontate benissimo, da una voce fuoricampo un po' "ingombrante". Riprese ed immagini al limite dell'assurdo, musiche imponenti ma senza troppa personalità (nei Fenicotteri Rosa, invece, i Cinematic Orchestra firmano il loro capolavoro assoluto). 

Triste per la mancanza di curiosità dei miei concittadini veneziani, a tal punto da ritrovarmi da solo in sala, in una scala da 1 a 10 do un voto di 8.

Ma ai fenicotteri do 100. (e anche alla mamma ghepardo le do 100).

23 luglio 2011

African Cats

Il documentario sui Fenicotteri Rosa, Crimson Wing, mi ha cambiato radicalmente la vita. Sarà il caso, quindi, che io vada a vedere anche questo nuovo film targato Disney Nature!

20 luglio 2011

The William is on the table!


"1066" di Weber/Tenderini, edito da LeLombard, ORA ANCHE IN INGLESE!!, per dare un senso ai vostri esercizi di pronuncia angolofona.

19 luglio 2011

The Amazing Mirror's Edge


Non posto il trailer del nuovo "Amazing Spider Man" (su Facebook sta girando in queste ore), vi dico solamente che mi fa piacere aver visto una parte tutta in soggettiva, dell'arrampicamuri, che sembra pari pari Mirror's Edge. Ho adorato, e lo sapete, questo videogiochetto, e ho goduto di aver letto, giorni fa, alcuni indiscrezioni che danno per certa la creazione di un nuovo prodotto video-ludico legato a questo brand (Mirror's Edge 2? mah!).

Quello che però vorrei chiedermi, e che mi sono chiesto anche su Facebook, è: possibile che si debba fare un altro film sulla nascita di Spider Man?

Io non amo i super-eroi e questa mi è l'ennesima conferma che, almeno cinematograficamente parlando, fatti 2 o 3 film su di essi, non c'è più nulla da raccontare. La "nascita" di un super-eroe è già il climax della narrazione, appena nato, a mio avviso, il super-eroe muore.
Mentre nella carta stampata questa "debolezza" seriale può essere camuffata (vedi Tex), nel cinema non ci sono cazzi, non si possono fare 100 film di una stessa serie. Non si può arrivare nemmeno a più di 2, se non si è pronti a ripartire da capo e cambiare completamente stile (Tim Burton VS Chris Nolan docet).
100 film = serie televisiva? = Heroes = due coglioni = Smallville = due stra-coglioni? si.

E quindi mi chiedo, il "bacino d'utenza" degli "addetti ai lavori", a questo punto, giustifica una produzione hollywoodiana pronta e confezionata esclusivamente per loro? Si. Il fumetto e un certo tipo di cinema sta continuando ad essere fatto per gli stessi che lo realizzano. Alle fiere ci si incontra e ci si compra e ci si legge fra di noi,  tutto il resto è cosplay e un altro mondo (che adoro). 

Se come autore vuoi aprirti all' "altro" mercato, quello delle persone "normali", devi parlare dei cazzi tuoi, drammaticamente, o raccontare di qualche fatto di cronaca nera. 

Dov'è finito il vero intrattenimento? Ne pensate qualcosa a riguardo?

Il disegno a inizio post è del geniale amico Donald Soffritti.

18 luglio 2011

Altra grafica

Nel 2008, assieme al mio socio Fabrizio Capigatti, organizzammo una mostra evento dedicata a Milo Manara, qui a Venezia ovviamente. Gli originali, tutti inediti (più le tavole di Valentino Rossi), furono esposti nella storica e prestigiosa Biblioteca Querini Stampalia, un vero e proprio monumento della cultura veneziana (lo stesso Pratt la frequentava spesso per documentarsi per le sue opere).

La mostra fu un successo, complice l'esposizione nello stesso periodo e nelle stesse sale della "Testa di Medusa" del Bernini.


In questa foto doniamo a Manara una "targa" in vetro, realizzata da un maestro veneziano. Alla destra di Manara c'è anche  quell'attore che non mi ricordo il nome :) mentre di spalle vedete il mio bel fottuto codino.

Per l'occasione dovetti realizzare delle veloci illustrazioncine che vennero stampate su dei pannelli, applicati poi sulle pareti di tutto il piano terra (lounge bar), che dovevano, in qualche modo, condurre gli ospiti alla mostra.

L'idea fu quella di realizzare una serie di donnine (ovviamente) molto grafiche, le quali, "disperate" cercavano di scovare dove fosse il "loro autore" (Milo Manara). Alla fine della successione di immagini, l'ospite saliva le scale e trovava l'ingresso della mostra, su cui era applicato l'ultimo pannello con un ritratto di Milo che chiedeva al visitatore di non svelare, alle sue donnine, che lui in realtà era al primo piano. :D








17 luglio 2011

Lo spot...

...per i 50 anni del wwf.
Si può provare amore per l'occhio di un ghepardo? (senza essere considerati zoofili?)

15 luglio 2011

Non di solo fumetto...[PARTE 2]


Dicevamo che, per non correre il rischio di rimanere senza i soldi per pagare l'affitto, oltre il fumetto ci si dovrebbe prodigare anche in qualche altra attività correlata.

Come nel precedente post riporto di seguito alcune locandine fatte per la mia città, in questi ultimi 2 anni. 
Lavori che mi hanno dato sempre un po' di "ossigeno" per continuare a realizzare fumetti con la tranquillità di avere un tetto sotto cui ripararmi.








Che si tratti di fumetto, illustrazione, pittura, grafica o qualsiasi altra cosa, tutto prima o poi, in ogni caso, andrà a convergere nel bagaglio tecnico dell'autore e, anzi, relazionarsi con diversi tipi di lavoro aiuta a "tenere in allenamento" la testa, cambiare continuamente schemi e riferimenti, così da avere sempre la possibilità di scorgere, in ogni campo, nuove possibilità!

14 luglio 2011

Vivere facendo fumetti...


...è sicuramente possibile, soprattutto se si lavora per i mercati esteri (in Italia la situazione, invece, è un po' più drammatica), ma in ogni caso è sempre bene tenersi allenati con lavori di altro genere, come la grafica per la pubblicità.

Oggi sono uscite, per le strade di Venezia, alcune mie locandine che ho realizzato per il circuito cinema di campo San Polo (essenzialmente il "cinema all'aperto" di Venezia), in cui verranno proiettati i film in concorso alla celeberrima mostra del cinema.


L'idea che il cliente voleva sviluppare, era quella di dare la sensazione "notturna" della città, una "poetica" estate Veneziana, in cui la gente si ritrova per andare al cinema all'aperto (in un contesto che è effettivamente spettacolare!!!).
Ecco quindi il risultato visivo: una grandissima luna che sovrasta i tetti della città e in silhouette, come per "magia", sedie e poltroncine svolazzanti, che dovrebbero dare la duplice idea del "star seduti a guardare, al cinema" e "l'andare verso..(il cinema)".

Più o meno la stessa filosofia con cui sviluppo le copertine dei fumetti. Questa immagine sarà declinata anche in altri tipi di gadget, che faranno da contorno all'intera iniziativa!.

13 luglio 2011

Non sono scomparso eh!


Sto preparando nuovi esercizi e nuovi tutorials! :) e in tutto questo il caldo non mi è, effettivamente, d'aiuto! Luglio e Agosto sono sempre mesi molti strani, perché sembra sempre non ci sia nulla da fare, tanto tutti sono in ferie!, e invece 'stocazzo, i lavori e gli impegni si decuplicano!

Questo è sicuramente l'anno dei festivals. Sono continuamente invitato a manifestazioni francesi per promuovere il mio "1066", e questo mi riempie sicuramente d'orgoglio! I viaggi da intraprendere, però, sono faticosi, considerando poi che si va per star seduti ore e ore a disegnare! Ma, minkia, ce ne vorrebbero di fatiche simili!!! :) In questo periodo un po' di "crisi" sono molto orgoglioso del successo che sta mietendo il mio fumetto storico e delle possibilità che mi sta dando il mio editore (LeLombard). E nel frattempo, torno a casa, e devo continuare ossessivamente le tavole di DEI 2, altro fumetto che mi sta dando importantissimi feedbacks, di critica e pubblico.

Spero davvero, il prima possibile, di darvi delle date certe sull'uscita di questi due prodotti su territorio italico, ci terrei davvero molto! Le situazioni si stanno evolvendo e concretizzando, mancano gli ultimi "ok" e poi finalmente potrò dirvi di più in merito!

Intanto, cmq, continuate a seguire le news e le farneticazioni sul blog. Nei prossimi giorni, nonostante la calura, pubblicherò nuovi esercizi e nuove lezioni!

05 luglio 2011

Normandia victa et capta est!


Sono tornato ieri sera dal Festival di Bayeux (e mi sono subito rimesso a giocare a Call of Duty eh!).

L'evento è andato benissimo. Bayeux è una cittadina veramente deliziosa  soprattutto in questo periodo di celebrazioni normanne, in cui tutti, dal lattaio, al droghiere, al passante, sono vestiti in abiti medievali (di ottimissima fattura). 
Tutto il festival si sviluppa a spirale attorno la famosissima cattedrale (dove 1000 anni fa venne esposta per la prima volta la Tapisserie che raccontava le gesta di Guglielmo il Bastardo, detto successivamente il Conquistatore).

Il mio libro, "1066", è andato alla stra-grandissima. Ho esaurito tutte le copie, e probabilmente mi si sono sciolti i tendini del polso da quante dedicaces ho fatto. 
Per spiegarvi l'atmosfera magica del festival  e la sensazione piacevolissima legata alla vendita del mio fumetto, vi racconto questo piccolo aneddoto, successo proprio in quelle ore, al festival.

TRE ANNI FA
Prima di iniziare la lavorazione di 1066 mi sono dovuto, ovviamente, documentare. La ricerca di foto e immagini per ricostruire l'ambientazione dell'anno 1000, periodo piuttosto buio del medioevo, non è stata affatto facile. 
Tra le tante foto raccolte ce n'è stata una che ho preso pari pari e che ho schizzato, per capire alcune cose sulle armature, il peso dei vestiti e delle armi e la loro implicazione sulla "postura" dei cavalieri.   





DUE ANNI FA
Una volta terminato l'albo, l'editore mi chiese degli schizzi da inserire nel "quaderno storico" che c'è alla fine del tomo. Gli diedi anche questa immagine, e la pubblicammo.



GIORNI NOSTRI
A Bayeux, l'altro ieri, mi si avvicina un uomo, e mi appoggia sul tavolo delle dedicaces una stampa con la foto presa dal libro e il mio schizzo, accostate.
Io penso: "ops! che imbarazzo, mi hanno sgamato che ho copiato pari pari la foto", anche se in realtà la cosa non mi preoccupava per nulla perché in fase di documentazione è una cosa piuttosto sensata da fare. Ciò che mi preoccupava realmente era dover spiegare in Francese il processo di lavoro e la conseguente "giustificazione" per il fatto d'aver utilizzato e pubblicato un disegno tratto da una foto di un altro libro. 

Sto per iniziare a raccontare, quando l'omino mi dice (in francese): "sono io quello della foto!!! grazie di avermi usato come riferimento!!!".
MA-GNI-FI-CO. Il tipo era realmente il soldato fotografato sul libro che io 3 anni prima avevo utilizzato per studiare gli abiti del mio fumetto. Aveva comprato l'albo per i fatti suoi, mesi prima, si era accorto che lo schizzo era stato preso dalla sua foto, e mi aveva raggiunto a Bayeux per ringraziarmi!


Il cerchio si è effettivamente chiuso. E tutto questo, ancora una volta, giustifica la fatica e l'impegno che ci vuole per fare questo lavoro e per andarsene a 1000 km da casa a firmare centinaia di dedicaces!

^__^