08 aprile 2013

Giappone pt. 02


Il viaggio in aereo, diciamo la verità, è qualcosa di estenuante. 
Sara' che io non sono assolutamente in grado di dormire se non nel mio bel lettino personale, a casa mia, fatto sta che 12 ore, in volo, sono molte. Io sono alto 1.90 mt, fortunatamente all'andata il mio seggiolino non aveva altri seggiolini davanti, fatto sta che ho potuto sdraiare le gambe senza problemi, però vi suggerisco (soprattutto voi ometti), di indossare dei pantaloni da tuta e togliervi le scarpe per l'intera durata del viaggio (pena il gonfiamento dei piedi/balle come due palloncini!).

In aereo vi guardate sicuramente un po' di film e giocate a qualche videogioco che nemmeno il primo atari era così vecchio, ma badate bene: non in tutti gli aerei troverete i televisori!
L'appunto mentale per il prossimo viaggio in Asia è, magari, quello di spendere un po' di più per il volo ma esser sicuri di trovare una situazione un po' più confortevole (rinuncio volentieri ad un paio di entrate in qualche museo).

Il biglietto: andata e ritorno, circa 350 euro. Era un'offerta dell'Alitalia, ce ne sono a decine, di queste offerte! In totale mi sono fatto quasi un mese di viaggio, tutto compreso, con nemmeno 2000 euro. E ora che conosco i posti in cui sono stato, e ho un po' più di consapevolezza di ciò che significa andare in Giappone sicuramente spenderei anche meno e, colpo di grazia, posso dire con assoluta certezza che, in proporzione, è più costoso fare un week end in una qualsiasi capitale europea, anche vicina, piuttosto che un viaggio a Tokyo!

I pasti offerti in volo, scordateveli.

Il tratto del viaggio sicuramente più allucinante è l'attraversamento dei cieli della Cina e della Mongolia. Praticamente siete a metà del viaggio e scoprirete esisterne un'altra metà.
Sulle pareti di fronte a voi avrete uno schermo che durante tutto il viaggio vi indicherà la posizione dell'aereo sul planisfero, quando il logo del vostro aeroplanino segnerà che avrete finito di volare sulla Russia, e siete in prossimità dell'isola del sol Levante...ricordatevi che mancano ancora quasi 4 ore, e li non c'è film che tenga...o dormite o vi scoglionate.

Scesi dall'aereo, finalmente atterrati all'aeroporto di Narita, sarete abbastanza rimbambiti, ma non subirete il jet-lag. Attenzione, il jet-lag, praticamente, non lo subirete mai a meno che non compiate l'errore di pensare di farvi un riposino da 1 oretta appena arrivati in hotel. In quel caso, una volta svegli, da un occhio vedrete una macchia nera che voi crederete estendersi anche fin sotto le ossa del vostro cranio, che se ne andrà solo l'indomani, svegli, dopo aver ingurgitato un po' di calorie (circa 3000) alla prima colazione utile.

Un paio di pratiche relative alla vostra entrata su territorio giapponese e sarete catapultati fuori dall'aeroporto, letteralmente: infatti ai giapponesi non piace che la gente sosti, da nessuna parte. Dovete muovervi, muovervi in continuazione, solo così non sarete visti. 

Calcolate molto bene il tragitto dall'aeroporto al vostro albergo, i margini di prezzo sono molto ampi, e se saprete organizzare bene le distanze e i cambi, potete spendere veramente poco.
Se avete ordinato, dall'Italia, il Japan Rail Pass, e dovete attivarlo subito, correte prima possibile alla biglietteria dei JR, si possono creare code interminabili di turisti, tutti con il proprio abbonamento da attivare, in mano. Se invece lo attivate nei giorni successivi, fregatevene, potete farlo in altre grandi stazioni, non necessariamente a Narita.

A treno partito, in direzione dell'hotel, vi accorgerete che il Giappone è perfettamente identico all'europa, ad eccezione dei tetti, che tanto basta per farvi sentire dentro un cartone animato (perché è chiaro che tutti ci aspettiamo di vivere dentro un cartone animato, li. Poveri giapponesi.)

03 aprile 2013

Giappone pt. 01



Sono appena tornato da un viaggio di un mese in Giappone e a poche ore dal mio rientro in Italia è ancora difficile parlarne.
Si, perché l'esperienza nella terra del Sol Levante è stata molto confusa, un mix di aspettative, disillusione e assoluta meraviglia che mi ha costretto a rivedere molto di ciò che pensavo riguardo il paese che ho visitato, il paese in cui abito e il mio lavoro.

Ci si accorge delle differenze tra le nostre culture solo al rientro. Quando si è a Tokyo tutto sembra normale e uguale a noi. 
Mi sento molto più "turista" nella vicina e amata Francia, piuttosto che in Giappone.
Poi  torni a casa e con un ritardo di fuso di 8 ore ti si sbatte in faccia un carico di esperienze che fai fatica a credere di aver veramente vissuto.

Non ho mai sopportato chi parla male dell'Italia. Non sopporto chi si trasferisce in qualche stato estero e comincia a sparlare su come non funzionino le cose nel nostro paese e a Tokyo ho avuto la riconferma che facciamo tutti parte dello stesso pianeta. Non ho visto il "futuro", come me lo immaginavo, e vi sembrerà sconcertante ma uno dei primi treni che ho preso a Shinjuku era addirittura in ritardo di 5 minuti. 
All'aeroporto un giapponese ha tentato di rubarmi il posto in coda; per entrare nelle metropolitane, nonostante ci fosse evidentemente una fila ordinata, qualche "furbo" ha saltato il suo turno e si è buttato dentro al vagone prima degli altri. Nessuno capisce l'inglese, un cameriere ha fatto difficoltà a chiedermi se preferivo bere una Coca Cola o un Tea.

Solo che quando si tratta di altri paesi giustifichiamo il tutto con "è usanza" (tipo spingere per accalcarsi tutti dentro al vagone della metro, totalmente menefreghisti se quello davanti a noi (in questo caso io) cade di bocca sul pavimento), se parliamo dell'Italia tutto diventa "ignoranza".

Non sto parlando male del Giappone. Sto parlando "bene" del fatto di essere tutti esseri umani e che si vuole qualcosa, bisogna anche imparare a comportarsi di conseguenza (leggi: ti piace l'educazione che trovi negli altri paesi? bene, inizia ad essere educato nella tua città).

In Giappone è tutto grande e tutto "troppo". Ti serve una penna? Bene, entra in quel palazzo di 10 piani  di penne. Ti serve un calzino? Ok...li c'è un grattacielo di 20 piani solo di calzini. 
Vuoi giocare ad un videogioco? O scegli il tuo picchiaduro preferito in questa sala giochi di 32 piani, oppure giochi a Pachinko (in uno dei 17 piani sotto terra) o sfidi un giapponese in qualche videogioco musicale (fai prima a compiere Seppuku).
Mammamia, che pazzi i giapponesi..si vestono in maniera assurda? In 20 giorni a Tokyo, nei quartieri più centrali e più "a tema" della città avrò visto si e no 2 cosplay autoctone, e una cinquantina di deficienti occidentali vestiti che mammamia abbi pietà di loro, solo perché credendo di essere a Tokyo ci si può permettere qualsiasi cosa ma, sottolineo, occidentali, non orientali.

Insomma, un sacco di pregiudizi, positivi e negativi, nostri nei loro confronti, che puntualmente mi venivano smentiti davanti agli occhi, lasciandomi in mano una sensazione "terrena" di umanità vera, ordinata, efficiente ma umana. E non c'entrano i cartoni animati e gli anime e non c'entra ciò che gli occidentali possono credere di permettersi di pensare o di fare li da loro, il punto è che basta cominciare a vedere le cose per quelle che sono, che, appunto, viviamo tutti sullo stesso pianeta e che la globalizzazione ormai è un processo completo. 

Se vi interessa sapere cosa ne penso di tutte le esperienze vissute tra Tokyo e Kyoto, continuate a seguirmi!