31 maggio 2012

Ancora Ronin


Tempo fa vi parlavo di un progetto che sto realizzando assieme all'amico di sempre Fabrizio Capigatti: i "47 RONIN - Manga".

I lavori procedono, il team di studenti dell'Università di Lingue Orientali di Venezia ci sta aiutando a accumulare materiale, scritto e visivo.

Oggi vi mostro alcune immagini di due personaggi presenti nel CHUSHINGURA (l'opera teatrale che racconta le vicende dei "47 Ronin").

En'ya Hangan - studio di postura

En'ya Hangan - studio di postura

Ko No Moronao - studio di postura

Ko No Moronao - profilo

Ko No Moronao - tre quarti del viso

Questo progetto rappresenta un ulteriore "tassello" nel mio percorso di sperimentazione personale. I personaggi che "reciteranno" nelle diverse situazioni non sono "persone in carne ed ossa", ma sono disegnate come fossero marionette del BUNRAKU

Arrivare a questo risultato visivo è molto semplice: i personaggi vengono prima disegnati a matita su carta, e successivamente li "ricostruisco" a colori, utilizzando i tracciati di photoshop. L'impatto finale è molto simile alle immagini degli Ukyio-e, le antiche stampe giapponesi.

E' stato creato anche un blog, QUI, se siete curiosi di saperne di più.



28 maggio 2012

ROAD TO BRACCIO DI CULO!



Sono appena tornato dal festival ARTMAYSOUND di Bolzano, è stata un'esperienza sublime!!! (caspita, tra le tante, non sapevo che a Bolzano si mangiasse così bene!!).
Ma ora non vi voglio parlare subito di com'è andata li in Trentino..volevo, invece, farvi sapere che ho indetto un concorso su Braccio di Culo, una sorta di "Road to Braccio", per aspettare l'uscita del primo albo!!!

Andate sulla pagina Facebook di Braccio di Culo, QUESTA, e leggete il regolamento! In palio un disegno originale di Braccio di Culo!!

23 maggio 2012

22 maggio 2012

DEI DEI DEI!


Ci siamo, fra poco più di una ventina di giorni, l' 8 giugno per la precisione, esce finalmente in Italia il primo volume di DEI!!!
Questo week end, però, lo potete trovare in anteprima al festival ARTMAYSOUND 2012 a Bolzano!
Io e Alex saremo li a dedicarvi le copie dell'albo! Raggiungeteci!!! Fatevi questa gita in montagna e venite  a prendere, finalmente, la vostra copia di DEI!!!!! :)


17 maggio 2012

Ecco perché DEI avrà successo!

In una scena del primo numero di DEI i nostri 3, braccati da "Mecha Clochard" si rifugiano in un Uci Cinema...
...che io, dopo aver raccolto un paio di foto su google, ho disegnato così:


Voi sapete, più o meno, che io sono di Venezia, ma che per un paio di mesi mi sono trasferito a Firenze. L'altra sera sono andato al cinema a vedere un film e quando sono arrivato di fronte l'ingresso dell' Uci di Scandicci:


Si, coincidenza delle coincidenze, è proprio lui!

E' destino, è destino! l'ho sempre detto.



16 maggio 2012

Alcuni (soliti) pensieri

In Francia, a Caen, sono stato invitato sia per partecipare al festival letterario, con "1066", sia per tenere dei workshop bilingue (italo-francese) sul fumetto, in diversi licei della zona.

Quando nel primo liceo in cui entri, vieni accolto da questo cartello:


sai già che qualcuno, lassù, sta per lanciarti una sfida.

In questo caso, la sfida, è stata quella di riuscire a capire alcune cose che riguardano il mio lavoro. 
Ciclicamente ho queste fasi di riflessione in cui mi domando da che parte devo andare e verifico la strada finora intrapresa.

Ero l'unico italiano in mezzo a 300 francesi e, stranamente, a questo giro non ho avuto nessun problema a capire e parlare il francese, per cui mi sono imbattuto in molti discorsi interessanti da "addetti ai lavori", che accompagneranno i miei pensieri per le prossime settimane. 

Sembra, qualora non lo si sappia, che i francesi adorino l'Italia. Alt, lo so, tutti voi avete avuto esperienze "estere" di qualsiasi tipo, tutti voi vi siete interfacciati con inglesi, francesi, tedeschi, europei in genere e non solo, e tutti voi avete un'idea precisa di quella che è la percezione degli altri nei confronti dell'Italia e degli italiani. Questo post non vuole spezzare una lancia a favore di un popolo rispetto ad un altro e ho diversi motivi, tra l'altro, per non apprezzare completamente il mercato dei fumetti francesi, ma questa è stata l'esperienza circoscritta a questo week end e quelle poche "illuminazioni" (banali) che ho avuto mi mettono nella condizione di capire che le opinioni personali possono cambiare, ieri, oggi e anche domani. 

Dicevo, i Francesi adorano l'Italia. Sono ormai consci del fatto che sappiamo fare meglio il caffè e non serve più che noi italiani ce ne lamentiamo ogni 2 minuti, sono loro, per primi, a rassegnarsi all'idea che non sarai contento del fine pasto. Uno dei tanti autori che ho conosciuto li, addirittura, si è preso la responsabilità di cercare il miglior bar di Caen e offrirmi continuamente dei buoni caffè, per dimostrarmi che, ormai, "loro sanno". E un po', vabbè, ci si intimidisce, perché sembra una presa per il culo...ma non lo è stata, ve lo giuro. 

I francesi adorano l'architettura italiana e quando vedono un palazzo immenso esclamano: "questo, è in stile italiano, no?" e tu gli dici: "in che senso?" e loro: "perché è grande! voi avete tutti i palazzi grandissimi!". E pensi che da un certo punto di vista è anche vero, se vai a Roma, a Torino, in qualche zona di Milano; però poi gli dici che a Venezia le case e i palazzi non sono poi così enormi, e gli fai presente che forse sono loro, con la Tour Eiffel e il viadotto di Millau, ad avere la smania delle dimensioni (parlavamo di fronte il gigantesco palazzo del municipio di Caen, letteralmente incastonato in una cattedrale gotica, ed era evidente che non fossimo in Italia), e loro a risponderti: "si, forse è vero, ma anche voi; forse abbiamo tutti manie di grandezza". E questa "umiltà", che non voglio assolutamente vedere con occhi "romantici", ti colpisce, perché forse c'è davvero la possibilità di cambiare opinione sulle cose.

I francesi pensano che ci siamo moltissimi grandi disegnatori italiani ma trovano che, in ogni caso, il disegno italiano sia ancora molto accademico, ancora un po' "rigido", e qui viene il bello. 
Si, perché c'è franchezza, stiamo dialogando, ognuno adora qualcosa dell'altro, non c'è competizione e c'è molta educazione e loro, degli "estranei", ti dicono che sono dispiaciuti del fatto che in Italia non ci siano editori che danno possibilità ai disegnatori di poter evolvere stilisticamente. Dare la possibilità significa creare lavoro, significa impiegare dei soldi per guardarsi avanti. E ti accorgi, appunto, che allora il corto circuito c'è veramente, a prescindere da quello che ci si può raccontare su Facebook. Ti accorgi che l' "italianità" è un modo di fare diffuso in tutti i settori del bel paese, che sono anni (di paura) che la gente, per non sbagliare, si guarda indietro. Tutti con le spalle al futuro, perché si crede che il futuro non ci sia, e quindi non si ha il coraggio di costruirlo, e quindi non ci sarà.

Poi capita che su facebook Davide ti posti un video di Hugo Pratt dove, il panzuto disegnatore riminese, spiega che fa fumetti perché vive a Venezia, che a Venezia si incontrano persone, c'è il "contatto" visivo con gli altri e quindi è spontaneo disegnare storie e che se fosse nato a Roma avrebbe, invece,  fatto cinema; e tu pensi che non è vero niente, pensi che Pratt stia solo facendo discorsetti "in linea" con i suoi personaggi e le sue storie, che la realtà è che a Venezia ci sono 10 turisti per ogni veneziano, e che non è vero che hai il contatto con le persone, perché la gente cammina facendosi i cazzi propri non certo aspettandosi che tu sia li per salutare e parlare con tutti. 
Però il video va avanti e vedi Pratt che disegna e a prescindere dal fatto che c'hai i coglioni rotti di Pratt, che a Venezia, se fai fumetti, te lo devi cuccare ad ogni evento, ad ogni iniziativa, vedi e pensi che lui con quelle pennellate stava facendo avanguardia e c'era gente che gli dava fior fior di soldi per inventare la sua avanguardia, e ripensi che oggi, a Venezia, se organizzi una mostra di giovani disegnatori e il giornalista ti chiama per scriverne un pezzo ti chiede: "ti secca se la intitolo: "i nipotini di Pratt?", altrimenti non me la pubblicano...".

Tutti a guardarsi indietro, tutti a guardare i "bei tempi" andati e i francesi, che non sto dicendo che sono belliebravi che ce la fanno sempre, almeno hanno il coraggio di parlarne, di questo futuro e che sorridono quando ti dicono: "peccato che voi, che siete bravi, siete ancora legati a certi codici". (Alt: io adoro moltissimi grandi disegnatori italiani, e penso che siamo i migliori al mondo!)

Allora si parla delle idee, si parla del digitale e delle nuove possibilità, ma con una certa consapevolezza che si vede che non deve fare i conti con il Vaticano.

Poi torno in albergo e se ero in Italia mi guardavo una puntata di questo, che da noi i poliziotti presentano la trasmissione sui pacchi e vogliono tanto bene al Papa:


ma siccome sono in francia, mi guardo una puntata di questo:


che loro non c'hanno paura di raccontare che i poliziotti si fanno di coca e uccidono le persone.

E allora, tornando ad utilizzare i tempi verbali giusti:

dove sto andando? in che contesto (non)lavoro? quand'è che avrò il coraggio di dire veramente la mia?

Ma la soluzione lo sappiamo, come sempre è quella di FARE, e non blaterare.


08 maggio 2012

IN FRANCIA!


Me ne vado un po' di giorni a CAEN, dove sono stato invitato al festival letterario "Passages de Témoins" dove, a parte disegnare dediche per il mio 1066, dovrò tenere dei workshop sul disegno e la colorazione, in alcuni licei della città. Per fortuna sono dei workshop bi-lingue Franco-Italiano!

Ci si risente lunedi prossimo!

04 maggio 2012

Per rispondere...

...a 44Rivax, che mi chiede:

Io ho usato lo strumento penna (come te) e non penna a mano libera.

Risultato? Oltre ai livelli da te descritti, mi si sono creati altre forme create con la penna. Ho provato ad unire tutte queste forme assieme al livello ombreggiatura personaggi.

risultato?

Photoshop è andato in palla. Cioè ha smesso di funzionare...non mi fa usare più lo strumento penna e altri strumenti (cs3).

Molto probabilmente non è colpa del tutorial, ma mi spiegheresti per favore qualcosa su come gestire la questione dei tracciati?



Rispondo qui, con un post nuovo, perché devo allegarti un'immagine.. :)
Eccola:


Queste dovrebbero essere le impostazioni corrette per utilizzare lo strumento "tracciato" come lo uso io. Secondo me, vista la descrizione del tuo problema, mi sa che la prima opzione ce l'hai attivata alla prima casellina!

fammi sapere!

03 maggio 2012

Intervista!



Poco tempo fa sono stato intervistato dalla gentilissima Nicole Cascione, per il sito LINTERVISTA.IT!
A QUESTO link potete leggere il risultato della nostra chiaccherata..!
Grazie Nicole!!!

02 maggio 2012

INTRODUCING HYPERFLAT!

Da tempo sto affrontando un percorso di ricerca stilistica personale che mi permetta di raggiungere un interessante livello di fusione tra disegno e colorazione digitale, sfruttando le peculiarità tecniche del mezzo informatico. 
Quando scrivo "peculiarità tecniche" non intendo i filtri di photoshop, ma parlo della possibilità offerta dal computer di colorare "con la luce", mescolare i colori attraverso la sintesi additiva e, ultimamente con l'avvento dei nuovi devices digitali, poter usare la gamma cromatica dell' RGB per creare vibrazioni particolari.
In principio fu 1066. L'editore mi diede la direttiva di realizzare l'intero progetto a matita, senza l'utilizzo del clean up, come un grande schizzo "en plein air". La mancata possibilità di correggere gli errori di disegno, attraverso il classico "clean up" su tavolo luminoso, e la volontà di realizzare un fumetto "medievale" che si distaccasse dalle classiche soluzioni "pulitine" francesi, mi spinsero ad osservare attentamente alcuni film che mi diedero subito un'interessante ispirazione: usare "macchie di colore" per scolpire le forme disegnate a matita, sfruttando la sovrapposizione dei livelli per "confondere" l'occhio del lettore e arrivare ad un risultato che nascondesse gli "errori" che non potevo correggere creando, tra l'altro,  diversi livelli di profondità.



Questa fu la prima vignetta in cui affrontai questa scelta. La lanterna e il fuoco in primo piano sono trattati come fossero una quinta sfocata rispetto al secondo piano, in cui si sofferma il punto focale dell'inquadratura.
Tutto quello che successe da questa vignetta in poi fu la codifica di una serie di "effetti" che sfociarono, negli ultimi mesi, negli studi del progetto con Carlo Bocchio, CYBORG KLAYTOM.


In questo specifico progetto tutto il "gioco" sulla focale è la base filosofica della costruzione delle vignette. Il racconto viene narrato a diversi piani di lettura, dal punto di vista di una "finta soggettiva" (del lettore) che non riesce mai a inquadrare e visualizzare tutti i dettagli della scena, come se ci fosse sempre qualcosa di sfuggente, di incompreso.


Il "focus" parte da un punto visivamente in evidenza, che è l'elemento narrativo principale, quello che racconta, con l'immagine, ciò che sta succedendo. Attorno, la sfocatura, fa vibrare una "sensazione laterale": si percepisce ciò che c'è ma non è necessario vederlo nella sua completa definizione.


Questo effetto non è altro che il risultato della giusta somma di "velature" di colore, che si espandono o si contraggono a seconda dell'intensità dell'effetto. Ovviamente toglietevi dalla testa il filtro BLUR di photoshop. Se avete seguito QUESTO mio tutorial, sapete, più o meno, di che tipo di sovrapposizione sto parlando.

Ultimamente ho potuto verificare quanto, questo mio approccio al disegno, possa funzionare sullo schermo dell'Ipad.

HYPERFLAT non è altro che l'etichetta con cui voglio iniziare a definire il "contenitore" entro cui inserirò queste codifiche. Man mano che ci lavoro ho nuove intuizioni e ne scopro nuove applicazioni. I risultati che sto ottenendo a livello visivo (non serve andare su ipad, in realtà, funzionano benissimo anche su carta) mi soddisfano a tal punto da aver bisogno di dare una direzione "nominale" a questa mia ricerca. Il nome scelto, non è altro che un'evoluzione filosofica del (moltissimo) più famoso SUPERFLAT movimento artistico iniziato da Takashi Murakami (che ho avuto l'onore di conoscere), che si basa sulla realizzazione di quadri che si ispirano all'arte "piatta" dei fumetti manga. Mi sembrava giusto accostarmi (ripeto, solo "nominalmente") al concetto di "arte piatta", influenzata dai manga, per arrivare ad un risultato di PROFONDITA', attraverso la sovrapposizione delle stesure PIATTE. La dimensione "hyper" creata dalle velature "flat".
Hyperflat crescerà nel tempo, come un organismo in completa esplosione evolutiva, ne sono sicuro.
Intanto ho iniziato a "iniettarlo" anche nelle mie più prossime pubblicazioni:


Questa è una tavola di DEI 2, prossimamente pubblicato da BAO publishing. Lo stile Hyperflat, nello specifico, mi permette, nella prima vignetta, di concentrare l'attenzione sui 2 protagonisti a cavallo dei pegasi, usando i capelli di venus e le code dei cavalli alati come quinte, ed enfatizzando la profondità che separa i nostri 2 dall'Olimpo, sullo sfondo.


Nei prossimi giorni, vi svelerò un'immagine dell'ultimo progetto che mi manca di rivelarvi, in cui sto utilizzando lo stile Hyperflat.