28 settembre 2012

Lùmina

E' arrivata Lùmina.
Alle 4 di notte, incastrata sotto una macchina, ma sta benissimo, è splendida.

Ha 40 giorni, sa già usare la cassettina e continua a scagazzare di brutto! :))))





26 settembre 2012

MANGA


La terza tavola, (la seconda in successione) il terzo "step": capire gli spazi e giocarci. Devo sempre ricordarmi che il presupposto di base di questo progetto è quello di avvicinarsi al genere "manga". Non l'ho ancora, realmente, compiuto questo passo, ma sto capendo come "impoverire" le tavole e farle funzionare ugualmente.


Se la prima tavola di test serviva per capire l'utilizzo delle prospettive e la seconda l'accezione "decorativa" degli ambienti, questa terza ha il compito di gestire gli "spazi vuoti", far scorrere la narrazione a prescindere dallo stile, rendere leggibile una storia di molte pagine, far fluire il racconto.

E' chiaro che, molto probabilmente, il rosso e il bianco la faranno da padrone. 

Oltre agli Ukiyo-e, l'accostamento alle regole "manga" mi metterà nelle condizioni di spingere verso un'impaginazione più ardua. E ci sto arrivando, anche se non sembra. La quarta tavola, che purtroppo per ora non potrò mostrarvi, ha il compito di capire come scardinare le regole "base" e rimescolare le carte. Poi il "progetto" sarà pronto e potrò reiniziare a disegnarlo, forte dei codici che mi sono creato.

Sceneggiatura by: Fabrizio Capigatti.

25 settembre 2012

Prometheus



Io e Alex, spesso, ci scambiamo privatamente mini-recensioni di film, videogiochi, fumetti che vediamo, giochiamo e leggiamo. Giorni fa sono andato a vedere al cinema Prometheus, il nuovo "Alien" di Ridley Scott, e mi ero stupito che, a differenza del 98% della popolazione, mi era piaciuto tantissimo. 

Allora mi ci sono messo a pensare un po', e stavo per scrivere un post molto dettagliato sulle mie riflessioni riguardo. Ad un certo punto, però, mi sono "bloccato" perché gran parte dei miei ragionamenti e delle  emozioni riguardo questo prodotto, nascevano da alcune convinzioni molto intime sul  rapporto con il mio lavoro. C'era della presunzione su ciò che stavo per scrivere e raccontarvi e quindi avevo deciso di chiudere il post che stavo scrivendo e lasciar sedimentare le idee, con la speranza di riuscire, inconsciamente, a ritrovare il discorso a livelli più "accettabili".

Dicevo che io e Alex ci scambiamo mini-recensioni, e alcuni giorni fa lui stesso mi chiese un'opinione su Prometheus. Questa mattina sono riuscito a dargli una risposta "secca" e "chiara" su come la vedo io, molto probabilmente è fin troppo "sintetica", e non scava veramente a fondo su ciò che penso riguardo un certo tipo di prodotto, ma è sufficientemente "essenziale" da volerla riportare qui, sperando (o forse no) che alcuni concetti possano essere approfonditi successivamente (in forme anche diverse da questo blog).

Ecco cosa ho risposto ad Alex:

Al giorno d'oggi, almeno per quanto riguarda me, la ricerca estetica conta molto di più di quanto si possa pensare. Siamo di fronte ad una corsa tecnologica senza pari, televisioni hd, full hd, 3d, 2k, 4k, 8k, e questo porta, inesorabilmente, ad un "cambio di registro" estetico, per la necessità di adeguarsi anche solo alle nuove risoluzioni e alle nuove possibilità visive. E non è un discorso di effetti speciali, anzi, non solo, e in questa situazione l'immagine diventa narrazione che trascende il soggetto: Scott mi sta raccontando cosa, in quel momento, funziona a livello estetico con quelle tecnologie, o, meglio, mi sta raccontando qual'è la sua idea estetica in rapporto ai tempi che stanno cambiando, o meglio ancora, mi sta raccontando qual'è il suo modo di adeguarsi ai tempi. E a me questo basta, anzi, se fossi Scott sarei orgoglioso di aver fatto questo film, proporzionalmente all'Alien di 30 anni fa. E' difficile cambiare, e lui lo ha fatto. Le "belle storie" verranno poi, ma verranno portate dalla completa compresione della tecnologia, perché la storia, oggi, la devi "vedere", perché è li che sta il cambiamento: "vedere cose nuove", ed è magnifico.

stesso discorso per Resident Evil 6.

Il punto è che a me, per ora, non mi interessa capire "come tutto ha avuto inizio". Siamo nel 2012, ed esistono un sacco di cose belle che vale la pena essere guardate. E io voglio VEDERE.
E' per questo che, anche su Facebook, ho scritto: Prometheus lo adoro, perché adoro i documentari della BBC. Sta tutto in questa frase la filosofia che mi permette di andare avanti con curiosità ed entusiasmo nel mio lavoro

Spero che potremo approfondire con serenità. :)

Ah! Ps: secondo me, l'unico vero errore è credere che il film sia "sostenuto" solo dalla figura della Theron, che si, anche per me è una creatura meravigliosa, ma che alla fin fine non è altro che la regina di Biancaneve messa dentro un'astronave (persino lo stesso occhio destro, un po' rosso, lacrimoso), e se poi si smette di confrontare la Rapace con la Weaver, ci si accorge che anche lei fa un ottimo lavoro!

Ps2: l'eccezione che conferma la "mia regola" sta nel fatto che non capisco perché si debba truccare un attore da "vecchio", invece di prendere un vecchio vero!

A corredo di questo post, copio-incollo un'analisi fatta da un caro amico-collega-entusiasta-creativo, Marco Menaballi.
La sua "idea-lettura" mi affascina parecchio, e ve la ripropongo qui (ps: ne trovate un pezzo anche nei commenti a questo post):


Dopo un'attenta discussione con un amico che stimo molto trovo il coraggio di condividere questa mia micro recensione teo-filosofica del film Prometheus di Ridley Scott. Partiamo dal presupposto che aspettavo questo film come ben pochi negli ultimi anni, da grande fan del regista dell'unico grande capolavoro della mia vita che ha il nome di "Blade Runner".
Approposito sconsiglio la lettura a chi non avesse già visto il film, ma la suggerisco a chi l'avesse già visto.

Quindi: la storia, punto debole secondo molti, secondo me spacca il culo, e riassunta in poco è esattamente così:
degli Dei hanno fatto l'uomo, erano pura luce ma han provato a contaminarsi del male puro. Deducendo che se non hai due opposti, non puoi nemmeno concepire bene e male. Quindi o per curiosità o per attrazione si infettano bevendo del liquido nero come la pece. Conseguenza: muoiono senza mezzi termini. Ma non si fermano qui, testata la cosa, sapendo che l'uomo la loro creazione più perfetta, in verità è un essere malvagio decidono di rimediare all'errore portando sulla terra il male assoluto, oppure anche per propensione alla condivisione (sta cosa non è molto chiara). Fatto sta che però la sfiga vuole che le cose gli sfuggono di mano. Il male se magna un intera flotta di astronavi e fra mille sofferenze i pochi sopravvissuti riescono a congelare il male e si congelano per aspettare l'arrivo dei soccorsi… ma  cosa succede invece? Un branco di uomini fetenti sono arrivati prima dell'arrivo dei consimili bianchi e muscolosi, li hanno scoperti, svegliati e giustamente questi ultimi stupiti di non avere dei consimili davanti e in preda al panico che tutto andasse a puttane spaccano e massacrano tutti.
Anzi si ostinano nel loro odio per i loro stessi figli.
La nostra eroina (che è il vero buco nero di tutto il film) se la cava fra mille improbabili peripezie (fra le quali un aborto live da film Troma) partorisce una bestia immonda, scappa dal pianeta, ruba un'astronave, va sul pianeta dei nostri creatori e bella fresca e lo distrugge totalmente dando fine ad una razza eletta e creando di fondo il pianeta dove atterrerà la nostromo di Alien 1. Pieno zeppo di alieni. (Da li la risposta che ripley e l'equipaggio colgono "di scappare"). Dando inizio alla saga che tutti ben conosciamo.

Il film è un tentativo sano di spiegare l'origine del tutto. E di razionalizzare come l'essere umano dotato di libero arbitrio, di bene e di male sia di base l'artefice vero della propria esistenza. Ne deduci quindi che il prodotto (l'uomo) ha superato colui che lo generava (Dio), che la libertà di scelta, dono datoci da Dio, è di base la sua più profonda condanna, ovvero il motivo per il quale Dio non è più adorato. Ma anzi è messo in dubbio da colui che ha creato, addirittura distrutto. Questo è interessante. E al Dio generatore segue un dio distruttore (L'alieno) figlio del bene assoluto e del male e ovviamente dell'uomo. Qui potremmo anche dedurre una chiara ammissione stilistica che il vero creatore dell'alieno è l'uomo e più precisamente la mano del signor Giger. O estendedno il concetto una presa di posizione agnostica (forzatina) che lo stesso Dio è creazione dell'uomo, o l'uomo steesso ha preso le fattezze di un Dio creatore e distruttore.

Il creato in conclusione diventa creatore a sua volta e distruttore, prendendo quindi il posto che prima era degli Dei… una presa di coscienza-incosciente del potenziale creatore e distruttore della razza umana. Di quanto il male generi solo odio e di quanto il bene (alla fine gli Dei creano il male per creare una varietà alla perfezione, anelando ad una perfezione superiore) possa senza il male di fatto diventare anch'esso male puro. Un discorso sulla radice dell'esistere.

Il tutto sarebbe anche apprezzabile se ci pensate, sopratutto dal lato visivo. Ma a livello di profondità dei personaggi siamo quasi a livello di "vacanze di natale". Lo sforzo di spiegare tutto dal lato teologico, narrativo e filologico ha creato di base una supereroina che seppur forte, risulta quasi grottesca, e poco tangibile rispetto alle mitragliate di Ripley o rispetto a qualsivoglia contenuto prettamente realistico della cosa.
Se trascendiamo lo stupore (e la rabbia) del vedere la dottoressa che sfugge a qualsiasi tragedia, e le concediamo una libertà narrativa in funzione della giustificazione degli eventi, la cosa potrebbe quasi reggere.

Alla fine io me ne sono andato quasi contento. Non volevo un Alien movie, ma se da metà primo tempo, la dottoressa fosse (giustamente) morta e fosse partito un mega documentario fatto di silenzi e carneficina… beh sarei stato molto più appagato.

Mi ero proprio immaginato un documentario sulla nascita dell'alieno.
Non una lezione di anatomia su aborti impossibili, e umani che non sentono il dolore e aspirano all'immortalità.

Riguardo invece all'impatto visivo… beh niente da dire. Paesaggi maestosi, un treddì decisamente ispirato e necessario per una piena immersione negli ambienti. Qualche trashata tipo l'esploratore zombie, ma dal lato b-movie è anche un bel cameo. Colori da panico, un Giger assoluto.

Rimane un punto di domanda… nel mega frigor dove ci sonole provette, dietro c'è un grande affresco con un alieno in mezzo.
Cosa vuol dire? che il destino - Dio aveva già predetto tutto? Che si è sacrificato perchè quello era l'unico modo per eliminare totalmente il suo più grande errore? O Dio è affascinato inevitabilmente dal suo opposto?

24 settembre 2012

RONIN

La ricerca si fa sempre più "difficile" ed entusiasmante.
Le tavole di prova, realizzate con il chiaro presupposto di capire come gestire la narrazione del progetto, mi mettono di fronte a problematiche che di volta in volta devo riuscire a gestire.

Se nella prima tavola l'obiettivo era quello di capire come gestire le prospettive delle architetture e, soprattutto, "tradurre" graficamente l'atmosfera e la luce degli ambienti esterni, questa volta, con questa seconda tavola (che in realtà è la terza della serie che sto facendo), ho dovuto capire come poter ricercare una soluzione molto "grafica" alla realizzazione dei personaggi, ma soprattutto nella gestione dell'interazione tra loro, e degli ambienti.

Non voglio usare ombreggiature, tutto deve funzionare solo con 1 tinta piatta e  con una serie di decorazioni, su personaggi e ambienti, che evochino la resa volumetrica; in più i personaggi, come ho già detto, non sono "esseri umani" ma sono marionette del teatro Bunraku: mi ritrovo a dover dare espressività, quindi, a degli "oggetti" che sostanzialmente sono abbastanza "macchinosi", che non prevedono una mimica facciale, ma gesti e movimenti "articolari". Bisogna dare un "cuore" a dei pupazzi, insomma. 
In più, se si considera che i personaggi devono avere differenti fisionomie, e che comunque stiamo parlando di fisionomia orientali, si capisce quanto impegno ci voglia per riuscire a centrare l'obiettivo.

Di questa seconda tavola sono veramente molto felice, perché realizzandola mi si sono schiarite le idee su molte cose. Espressività, fisionomia, interazione tra i personaggi, tutti elementi che sono contento di aver centrato e che mi danno gli strumenti per realizzare le prossime tavole in maniera ancora più "tecnica".

Questo libro sarà una bomba.



Il progetto 47 ronin è realizzato assieme all'amico sceneggiatore Fabrizio Capigatti.

21 settembre 2012

47

Ho finalmente finito la prima tavola di prova del progetto "47 Ronin" che sto portando avanti con l'amico-socio sceneggiatore Fabrizio Capigatti.


Per ora, stilisticamente parlando, sto ancora "prendendo le misure". L'idea è quella di avvicinarmi allo stile degli antichi e originali Ukiyo-e (le stampe giapponesi), e dare un tocco di "modernità" al disegno e ai colori. In questo caso ho focalizzato l'attenzione della mia ricerca sull'uso della prospettiva, qui molto "azzardata" rispetto alle stampe antiche, nelle prossime tavole dovrò studiare altri codici, ma non sono lontano dalla "rifinitura" definitiva del progetto.
E sono anche molto contento del risultato! :)




20 settembre 2012

Gran Guinigi!



Il nostra caro "DEI - In Vino Veritas", è candidato per il premio GRAN GUINIGI, sezione  "MIGLIOR STORIA LUNGA", alla prossima Lucca Comics 2012.

QUI trovate la lista dei candidati!

Un "congratulazioni" mio personale, al socio Alex Crippa!



17 settembre 2012

Braccio di Culo!

Sta per uscire il primo libro di Braccio di Culo, contenente un "archivio" delle migliori strip e nuovi strepitosi inediti, e già stiamo organizzando un "tour" di presentazione in varie librerie e fumetterie!

Il primo incontro si svolgerà a Sarzana, il 29 settembre, alla libreria del fumetto COMIC HOUSE.

Spero di vedervi in tanti, perché probabilmente ci sarà davvero da divertirsi!


Il libro di Braccio di Culo è edito da DENTIBLU!

12 settembre 2012

Tutorial!

Ed eccoci alle ultime battute di questo tutorial.
In questa "puntata" ci concentriamo sulla costruzione del personaggio blu (che dovrebbe rappresentare una sorta di divinità!).

Il procedimento è sempre lo stesso dall'apertura di questo blog: tinte piatte, ombreggiature (derivanti dal posizionamento di una fonte di luce) ed effetti (che non sono altro che l'enfatizzazione dell'interazione tra gli oggetti e le luci).

Tecnicamente, poi, i passaggi sono pari pari quelli compiuti per realizzare l'omino dei post precedenti.


Dopo aver "steso" le tinte piatte, costruiamo le linee del disegno, che ci serviranno come riferimento per  la lettura dei volumi. 
Ma per ora lasciamo stare il volto e concentriamoci sugli occhi.


Ricordate? Sulle pupille riflettiamo tutto ciò che sta attorno, in questo caso il "blu" della pelle del personaggio, e il nero delle sopracciglie, facendo sempre attenzione a leggere le volumetrie di ogni singolo elemento che compongono il charcater (in questo caso, come nell'altro precedente, gli occhi sono come delle "palle di vetro").


Riprendiamo ad occuparci del volto, con le ombreggiature.




Per quanto riguarda i denti, ne ho costruito 1 di "base", poi l'ho copiato-incollato nelle posizioni corrette, "personalizzando" ogni dente successivamente, secondo la stessa logica di "fonte di luce, ombre e interazione con gli altri elementi". (Se nell'angolo in basso a destra, dei denti, vedete delle puntine di color rosso, è perché ho già immaginato l'interazione tra i denti e il riflesso del cappellino rosso dell'altro personaggio).


Aggiungiamo "l'alloro luminoso", che da tanto il senso di divinità! ^__^
Da questo inserimento ne deriverà tutto un lavoro sui riflessi del volto del Dio.





Alla prossima puntata!! ^___^

05 settembre 2012

Tutorial

Continuiamo il tutorial sull'illustrazione per il collettivo "Dr. Ink" e oggi concentriamoci sugli occhi del personaggio.
La costruzione dell'occhio racchiude più o meno tutta la filosofia di sviluppo di una colorazione del genere, ovvero: tutti gli elementi interagiscono tra loro e con lo spazio circostante.
Capiamo perché!


Gli occhi, essenzialmente, sono due sfere, immaginatele in questo caso (grottesco) come due biglie di vetro. Come sempre accade, avranno una parte in luce e una in ombra, nel nostro caso ho scelto di far arrivare la fonte di luce dall'alto a sinistra, per cui come primo step andrò a colorare l'ombra dell'occhio, dalla parte non toccata dalla luce.
Come visto nello step precedente, anche in questo caso l'ombra la realizzo sfumata, riempiendo tutto l'occhio di un grigino tenuo, e cancellando con un pennello a punta sfumata, con una bassa opacità, via via la parte in luce.


L'occhio è un "elemento" (in questo caso una sfera di vetro) contestualizzato in uno spazio ben preciso, illuminato da una specifica fonte di luce, di conseguenza dovrò pensare anche ad una minima luce riflessa, che posiziono in angolino in basso a destra, in direzione del naso, proprio perché immagino che la luce possa colpire la punta di quest'ultimo e rimbalzare sul bulbo oculare. In più, visto che il mio personaggio ha il cappellino rosso, e la luce, comunque, è diffusa, piazzerò una bella sfumatina rossa, sempre sul bulbo oculare, per far "percepire" la presenza del, appunto, cappellino (e qui cominciamo a capire la frase: "tutti gli elementi interagiscono tra loro e con lo spazio circostante"!).


Ora inizio a rifinire alcune cose, a creare i "giusti equilibri", inizio a far vedere gli effetti. E infatti vado a calcare un po' la mano sulla luce riflessa, aggiungendo un'altra sfumatura sull'angolo destro basso dell'occhio, in modo da smorzare ancora un po' il "grigiore" dell'ombra sul bulbo, e far percepire maggiormente la tridimensionalità. Ps: ogni cosa che faccio sull'occhio destro, ovviamente lo "riporto" anche sull'altro occhio.


Vediamo con un'immagine ingrandita cosa sta succedendo...



Per dare ancora di più l'effetto "vetro" agli occhi, immagino che ci sia, nella stanza con l'omino, il "fotografo della scena", che lo illumini, in luce riflessa, con due fari. Sugli occhi si rifletteranno le luci dei fari, e io le metto in prossimità della luce riflessa.

Ecco, con l'immagine ingrandita, il risultato come appare.


Siccome vicino agli occhi ci sono i capelli del personaggio, li faccio riflettere sul bulbo. (Continuate a capire come sia importante osservare tutto ciò che circonda e che compone il personaggio, per creare sinergia fra i vari "piani"?)


Ecco i capelli riflessi ingranditi.


Continuo ad "osservare", e noto che ci sono anche le sopracciglia nerissime, che potrebbero riflettersi sul bulbo, e il cappellino stesso merita di evidenziarlo di più.


Ecco, alla fine, cosa ne risulta. Non ho spiegato proprio ogni singolo dettaglino inserito, ma alla fine è sempre lo stesso concetto: è lo spazio circostante che crea il volume di ogni elemento. Riflessi, lucine, ombre, sono tutti elementi che esistono nello spazio. 

Si può anche andare oltre eh? Provate a pensare di essere sufficientemente pazzi da immaginare un intero ambiente circostante il personaggio che si riflette sul bulbo! Se stesse, per esempio, camminando per la strada, avrebbe persone, auto, cartelli, palazzi, riflessi sugli occhi!!!! Io non l'ho fatto solo perché questa era un'illustrazione "omaggio", ma la prossima volta che mi capita di farne una pagata lo realizzo di sicuro!! :D







04 settembre 2012

03 settembre 2012

Una "pausa" dal tutorial sui colori...

...per disegnare qualcosa in bianco e nero.
Questi sono degli studi di "stile", per un prossimo libro che dovrò realizzare sulla vita di Yukio Mishima.








02 settembre 2012

Snake is back

Ieri è stato pubblicato il primo video di gameplay del nuovo Metal Gear (Ground Zeroes).
Godetevelo!