A prescindere dalle regole, dalle proprietà, dalla tecnica, sicuramente lo strumento più interessante e utile a disposizione del disegnatore e del colorista è l'osservazione. Attraverso l'osservazione possiamo incamerare un sacco di informazioni che ci saranno necessarie per lo sviluppo del nostro lavoro. Come diceva un amico, grandissimo artista: "il disegnatore non inventa nulla, ma reinterpreta ciò che vede".
Se una persona vi dice: "disegnami un frigorifero!", bene o male tutti quanti sapete disegnarlo, a memoria; ma se vi dice: "disegnami una crisopa", cominciate ad avere qualche problema, perché se non avete mai visto una crisopa è difficile poterla rappresentare su foglio. Ma per la stessa ragione vi risulterebbe difficile disegnare anche un "frigorifero LG Bravo +", a meno che non sia quello che avete a casa.
Il punto è che la nostra professione ci impone di rappresentare su carta oggetti, figure, architetture, più o meno verosimili che non riusciamo, sempre, totalmente a ricreare da 0 senza l'ausilio di documentazione fotografica.
Ma la documentazione non basta, bisogna anche saper osservare. Guardare una fotografia per disegnare un particolare frigorifero non significa "ricalcare" la foto, significa scomporre l'oggetto che stiamo osservando per capirne la forma tridimensionale essenziale, per poterlo così disegnare, successivamente, nel contesto che ci serve.
Scusate ma non so proprio disegnare con la penna grafica!!! |
Osservare e disegnare, appunto, un frigorifero Lg Bravo+, significa capire la sua "forma primitiva", in termini di parallelepipedo, per poi riuscire a ruotarlo, muoverlo, e posizionarlo all'interno della nostra scena.
Nel colore, "osservare", significa guardare, una foto, la realtà, un film, e "misurare" il colore utilizzando le 3 proprietà che conosciamo (tono, tinta, croma), per capire come rappresentare al meglio l'intensità della luce, i tagli di ombra e l'atmosfera generale della scena.
Osservare, significa, in ogni modo, capire dove sta la fonte di luce che illumina la scena, riuscire ad individuare, nel caso di una luce naturale, qual'è il momento della giornata che viene rappresentato (è mattina?, pomeriggio?, sera? le ombre sono più corte in prossimità del mezzogiorno, e più lunghe verso il tramonto) per poter capire più agevolmente come funzionano i colori a seconda dell'ora del giorno; è importante capire in che stagione siamo, per lo stesso motivo, (estate? colori caldi, inverno? colori freddi); se siamo in presenza di una fonte di luce artificiale capire di che colore è, dove è posizionata rispetto alla scena che stiamo osservando, se è un tipo di luce fredda (neon) e così via.
Osservando questa foto, alla domanda: "che foto stai guardando ora?", tutti più o meno, risponderemmo: "la foto dell'ingresso di un negozio"
Apparentemente una foto del genere è "difficile"da osservare, nel senso che sembra non avere informazioni utili da fornirci. Ma se la guardiamo attentamente può darci un sacco di input (nei fumetti non si possono colorare sempre e solo scene epiche di battaglie, o ambienti magici ricchi di "effetti speciali", anzi, molte volte siamo "costretti" a colorare (o disegnare) inquadrature piuttosto "noiose").
A livello superficiale, potremmo dire che i colori rappresentati in questa foto sono piuttosto "freddi", un po' asettici, a parte quel riflessino di luce sulla vetrata dell'ingresso e quel pallino luminoso sulla sinistra della vetrina.
Il punto, però, è che quel riflessino sulla porta e il pallino sulla vetrina, non sono semplici "riflessini" e "pallini".
Se noi andiamo ad oscurare la parte "superficiale", ovvero le pareti, la vetrina e l'ingresso del negozio, ovvero gli elementi più "didascalici" che osserviamo di primo acchito (quelli per i quali alla domanda: "che foto stai guardando?" risponderemmo "la foto dell'ingresso di un negozio), ci accorgiamo che, riflesso sulle vetrate, c'è un vero e proprio "mondo" di informazioni a nostra disposizione:
riusciamo a vedere il parcheggio, con le macchine, gli edifici, addirittura il tipo che ha scattato la foto (il pallino luminoso sulla sinistra della vetrina), la parte di palazzi illuminata dal sole (dalla quale possiamo ricavarne la direzione della fonte di luce) che ci fa capire, qualora non l'avessimo intuito subito, che la facciata del negozio che stiamo osservando è, in realtà, in ombra, e addirittura la colonna del "porticato" sotto il quale c'è il nostro negozietto che vogliamo rappresentare nel nostro disegno. Per quanto possa esser utile possiamo anche dire che sotto i piedi del tipo che fa la foto, ci sta anche una grata, e così via.
Alla domanda: "che foto stai guardando ora?", possiamo quindi rispondere: "la foto di un negozio che si trova in prossimità di uno stabilimento condominiale, di fronte al quale c'è un capiente parcheggio, quasi tutto occupato; c'è il sole ma il negozio è tutto in ombra, perchè si trova sotto un porticato, per cui, essendo in ombra, avrà dei colori tenui, tendenti alle tinte fredde, non troppo saturi, quindi, e nemmeno troppo chiari..." e così via, ad libitum...
E questo piccolino riflessino sul serramento della vetrina? cos'è?
Non è quello che in qualsiasi scuola di grafica pubblicitaria vi dicono essere: "un puntino bianco per dare il senso del metallo", è il riflesso del flash della macchina fotografica del tipo sopra la grata.
wow... radiografia da CSI! :D
RispondiEliminail tuo blog è sempre un piacere da leggere, fantastico!
Grazie! :)
RispondiEliminaporca vacca, sei sempre il migliore!
RispondiEliminatroppo gentile maestro salati!!
RispondiEliminafigurati! con queste lezioni fai capire bene come il lavoro che fai non può farlo chiunque ma ci vuole tanto occhio, esperienza e talento!
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