ATTENZIONE: In questo post potrebbero esserci un sacco di errori di grammatica. Ho voluto scrivere questa mega-riflessione nel modo più "spontaneo" possibile, senza curarmi troppo della forma. Perdonatemi.
Un po' di ore fa chiaccheravo con un collega riguardo questo blog. Mi "lamentavo" con lui del fatto che in pochi commentano i post didattici sulla colorazione, ma il mio discorso verteva sul fatto che ho "necessità di commenti" e di interazione da parte dei lettori per creare un discorso, un dialogo, una conversazione, che nel suo sviluppo, ci dia la possibilità di vagliare tutte le possibilità tecniche legate alla professione del colorista. Insomma, non voglio che il blog sia uno spazio "a senso unico", dove io, giorno per giorno, devo pensare a tutte le cose da spiegare, vorrei che i dubbi e le perplessità di chi sta imparando questo mestiere mi venissero direttamente proposte da chi, appunto, le deve apprendere.
Da questa riflessione è scaturito un pensiero molto interessante. Il punto di vista del collega (che da ora in poi chiameremo Jack) era in effetti che lui stesso aveva "delle cose da chiedermi", riguardo ciò che avevo scritto nei post sulla colorazione, ma non sapeva bene cosa. Cioè, in qualche modo, stava aspettando che io affrontassi dei tutorial o delle lezioni un po' più "di alto livello", perchè ciò che avevo scritto finora, secondo lui, non rappresentava, e cito semi-testualmente: "la mappa del tesoro che ci indica la strada per bere dalla stessa coppa miracolosa da cui hai bevuto tu(io) per realizzare un certo tipo di colorazioni".
E qui la conversazione è cominciata a farsi interessante.
Secondo il mio punto di vista io vi ho già spiegato tutto ciò che serve per diventare dei coloristi di altissimo livello. Per quanto possa sembrare strano io potrei chiudere il blog ora, vi ho già detto tutto. Secondo Jack no. Secondo Jack c'è una parte di discorso che non è possibile affrontare, perchè riguarda il "GUSTO" personale che, evidentemente, non è una cosa che si possa insegnare. Molte delle mie scelte, anzi gran parte delle mie scelte, secondo Jack, sono un fattore di gusto e non una riflessione "matematica", come io cerco di vendervela.
Da un certo punto di vista potrei anche essere d'accordo con Jack. E' corretto poter pensare al fattore "gusto" come elemento determinante per il raggiungimento di un certo tipo di risultato. Ma dal mio modo di vedere, ed è qui che entra in gioco la "matematica", quando parliamo di "GUSTO" non dobbiamo riferirci all'abilità di accostare i colori. Al giorno d'oggi mi permetto di pensare che non esistano più regole o "intuizioni" di questo tipo. La realtà è variabile, disarmonica, sporca, bella, brutta, luminosa, buia, connessa.
Il "GUSTO" che mi piace considerare è quello rivolto all' "OSSERVAZIONE", il "GUSTO PER L'OSSERVAZIONE".
I 3 passi fondamentali del mio metodo di colorazione sono: DOCUMENTAZIONE - OSSERVAZIONE - METODO.
- DOCUMENTAZIONE: raccolta di immagini di qualsiasi tipo. Per ogni progetto che realizzo, che sia colore o disegno, non raccolgo, "pochi mega" di foto, ne raccolgo "molti giga". Lo fate anche voi? sicuri?
- OSSERVAZIONE: ci ho dedicato un post. Quanti di voi avevano pensato di osservare, dalla foto della vetrina del negozio, il riflessino del flash della macchina fotografica sul serramento della vetrina?
- METODO: sicuramente l'aspetto più "comune", molti autori possono descrivere il proprio "metodo", di disegno e di colore. Il mio non è differente da altri.
Non voglio sembrare "presuntuoso", voglio solo esprimere la mia idea secondo la quale, a mio modo di vedere, ciò che differenzia le "mie colorazioni" da quelle di altri (nel bene e nel male eh!), non sta nel risultato finale e superficiale, ma nella mia voglia di farmi certe pippe mentali, sull'osservazione, che magari altri non hanno voglia, o tempo, di fare.
La "coppa magica" delle colorazioni, non sta nella colorazione in se', non è una questione di scegliere un rosso piuttosto che un giallo, sta nello "studio" e nella "preparazione" precedente, alla colorazione stessa.
Il mio ex insegnante di Anatomia, Giovanni Civardi, diceva che quando si realizza un disegno dal vero, bisognerebbe spendere il 90% del tempo a osservare il modello, e il restante 10% a disegnarlo. Ecco il "quid".
Quando ho spiegato riguardo lo studio delle ombre, con il grigio, molti "jack" mi hanno scritto via mail dicendo: "si si, ok, questo step lo so...ora sono curioso di sapere come vai avanti". Sinceramente, secondo me, questo step "non lo si sapeva", invece. Ovvero, siccome stiamo parlando di colorazione "digitale", sono convinto che il 90% dei "jack" all'ascolto, lo bypassano, questo step.
Jack è un autore fenomenale. Geniale, secondo me, in molte cose, e soprattutto nella freschezza e spontaneità dei suoi lavori. Questa "freschezza" è necessariamente frutto di un processo di costruzione "casuale" sia del disegno che del colore. Per "casuale" non intendo, bada bene, "ignorante". Jack ha il pieno controllo della sua tecnica, conosce e sa ciò che vuole fare (ovviamente, anche lui, con le sue pippe e paranoie), ma deve "scremare" un tot di "riflessioni" e "paranoie", in favore, appunto, di una composizione "spontanea". Jack decide consapevolmente di non "pensare troppo" a certe cose. E questo paga. E io lo invidio e lo stimo per questo. E ha ragione lui di farlo.
Quando però io e Jack ci ritroviamo a parlare e lui mi dice: "vorrei saper colorare come te" (attenzione: dialogo simulato, le batterie non sono presenti nella confezione) io gli rispondo: "con che criterio stendi le "texture" nelle tue illustrazioni?", lui mi risponde: "mah, guarda, vado un po' a caso..finchè raggiungo il risultato che mi piace". La mia risposta, a questa affermazione di Jack, vuole essere il senso stesso di questo post:
Io, se dovessi usare le texture, non lo farei a caso. Mi costruirei una regola "mentale", "matematica", che mi desse la possibilità di capire il valore, il peso, l'importanza, di ciascuna texture che stendo. Prima di costruire l'immagine, attraverso delle texture, guarderei delle foto, dei film, per capire "cosa deve significare" la texture che stendo.
E questo non è "gusto". E' paranoia. E' insicurezza. E' bisogno di darsi dei paletti, ma tutto questo porta al "risultato solido" delle mie colorazioni. Che in Francia, per esempio, tendenzialmente non piacciono mai. E non piacciono a più gente, anche in Italia, di quanta se ne possa pensare. Ma non me ne fotte niente che non piacciano, perchè l'importante, per me, è che io ne possa parlare con coscienza.
Sarà giusto o sbagliato ciò che faccio, non importa, l'importante per me, è poterne avere il controllo, nel bene e nel male.
Il rosso o il giallo, che sceglierò, è solo l'ultimo tassello di un ragionamento che parte dalla fonte di luce. E' LA FONTE DI LUCE CHE DECIDE I COLORI, NON IO. LA CAPACITA' DEL COLORISTA DEVE ESSERE QUELLA DI SAPER OSSERVARE LA FONTE DI LUCE, E NON I COLORI CHE ESSA CREA.
Jack, in ogni caso, ha ragione del suo metodo, e anzi, come ho già detto lo invidio. E lui invidia me per altre cose. E' un meccanismo normale, è giusto che sia così, è un dialogo alla pari, ed è solo una differenza di metodo.
Ciò che ho voluto dire con questo post, e che magari svilupperò con altri post, è semplicemente che non c'è nessuna "coppa magica", se si vuole colorare come me, bisogna ragionare come me, e non è detto che sia una cosa giusta da fare. Detto questo sono ancora convinto di avervi spiegato tutto ciò che è importante per colorare, la differenza, ora, starebbe solo nella vostra volontà di sbattervi o meno, nell'osservazione.
PS: può essere "subdolo" non coinvolgere pubblicamente Jack in questa conversazione, ma lui sa che può rispondermi in qualunque momento via mail, e che io potrò, se lui vorrà, pubblicare le sue risposte in questo blog per continuare, volendo, il discorso anche con voi! :P
"E non piacciono a più gente, anche in Italia, di quanta se ne possa pensare. Ma non me ne fotte niente che non piacciano, perchè l'importante, per me, è che io ne possa parlare con coscienza."
RispondiElimina"Ciò che ho voluto dire con questo post, e che magari svilupperò con altri post, è semplicemente che non c'è nessuna "coppa magica", se si vuole colorare come me, bisogna ragionare come me, e non è detto che sia una cosa giusta da fare."
inappuntabile...
(cazoz,il mio nick è "JACKoilrain"....sono io Jack? O_°
RispondiEliminaPotrei anche essere io Jack!!!
RispondiEliminaUn ottimo fake-name hai scelto, Emanuele! Eheh
Comunque...siamo sempre li.
Il problema è di noi lettori/studenti che talvolta ci impuntiamo più sul metodo aspettandoci chissà cosa da quello Step.
La realtà è che il metodo è si importante ma mai come la fase mentale, l'atteggiamento del disegnatore/colorista a ciò su cui sta mettendo mano...e mente sopratutto.
Parlo personalmente. Gli insegnanti che mi hanno dato di più sono quelli che mi han fatto capire come devi comportarmi proprio "sentimentalmene"(passatemi il termine) verso la tavola. Non tanto quelli che mi han detto come si impugna il pennello o come si disegna e colora un fulmine!!! :D
Quindi il gradino da superare è sostanzialmente personale. Ed è quello di andare oltre alla teoria e applicarsi al proprio modo di comunicare attraverso immagini.
Cioè...alla fine il disegno è un mezzo di comunicazione ed ha mille sfumature.
Giustamente, infatti, tu sottolinei di come quello spiegato qui sia il tuo metodo e penso sia normale che molti non si trovino o semplicemente trovino difficoltà ad applicarlo al proprio disegno.
Io personalmente determinate regole di colorazione (gli Step pratici che hai inserito ultimamente) li conoscevo. Di fatto personalmente ho trovato molto più utili le prime lezioni online dove vi era un'analisi dell'immagine.
Con questo non dico che le ultime sono inutili. Anzi. Tutt'altro.
Quindi penso che da queste splendide lezioni online che proponi ci sia da tirare fuori il succo di cui ognuno di noi ha bisogno.
Al contrario di me infatti potrebbe esserci qualcuno che ha una lucidità mentale più alta e un "sentimento" maggiore... ma magari ha super difficoltà con Photoshop.
Per quanto riguarda la partecipazione sul Blog è giusto che ci sia un riscontro. Io ci ho messo del mio quando avevo qualcosa su cui parlare e discutere nelle lezioni sopracitate.
E sono sicuro che avrò altro su cui discutere.
Grande Ema il blog è e rimane una figata!
Scusa il papiro. :D
Commentino veloce: apprezzo enormemente le tue lezioni (e anche gli altri post) ma mi sentirei in imbarazzo a commentare... il fatto è che ho solo da apprendere, è come se mi presentassi a una discussione tra Aristotele e Socrate e mi azzardassi a parlare di filosofia. Dopo, con calma, leggo tutto il post.
RispondiEliminaPer esperienza personale, dato che ho seguito svariati workshop sulla colorazione tenuti da te e quindi ho attinto con brama alla fonte del colore tenderineo (eheheh)... c'è stato un periodo che anch'io mi chiedevo "cazzo, da te ho imparato il metodo eppure non riesco a raggiungere i risultati a cui tu arrivi...come mai?"... col tempo mi era chiaro che non sarei mai riuscito, una volta imparato il metodo, a raggiungere risultati pari pari ai tuoi proprio perché dopo la fase di METODO entrano in gioco altri fattori come il gusto personale ma anche il modo di RAGIONARE a cui accenni tu. La vedo un po' come la costruzione di una casa: parti dalle fondamenta con la documentazione e l'osservazione, alzi i muri e il tetto con il metodo, applichi porte per "uscire" ogni tanto a dare uno sguardo d'insieme al lavoro svolto fino a quel momento e finestre per catturare la luce che vuoi dentro la tua casa/il tuo lavoro, ma poi hai davanti il dilemma dell'arredare quella casa: qui è ovvio che ci si trova di fronte a gusti personali (ognuno si arreda casa come cazzo gli pare) ma entra in gioco anche quel fattore del "ragionare come te", lo vedo quasi come un metodo nel metodo.. boia can... tu, Manu, qui hai attinto al feng-shui della colorazione eheheheh! Scusatemi questo paragone ma è un po' come la vedo...
RispondiEliminaA volte però mi trovo ad aver "arredato" il tutto in più modi diversi e il risultato finale non mi soddisfa in nessuna maniera; la mia sporca coscienza esclama dentro me: "Ah, cazz...!" così faccio un passo indietro verso le fondamenta, e in questi casi mi accorgo o che non mi sono DOCUMENTATO abbastanza o non ho OSSERVATO abbastanza, nonostante il metodo l'abbia applicato correttamente. Riprendo da capo il lavoro dopo aver colmato queste lacune e, arrivato alla fine, il lavoro svolto mi soddisfa... indipendentemente se gusti personali o metodo di ragionare usati siano sulla stessa lunghezza d'onda. Sto ancora imparando a documentarmi e ad osservare nella giusta maniera.
Avevo scritto un post lunghissimo di risposta e blogger me l ha cancellato. Orcozzio!!! Le foto ti sono arrivate? Adesso provo a riscriverti il post...
RispondiEliminaCaio Manu, rispondo scrivendoti quello che cerco nelle tue lezioni e quello che mi aspetto di imparare... Il mio obiettivo non è colorare come te, ma conoscere e capire il tuo metodo o quello di altri grandi coloristi per poterne creare uno mio, se vogliamo ibrido, ma che sia solo mio.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, quindi, tutto quello che hai spiegato fino ad ora non ha bisogno di chiarimenti perchè sei stato più che esaustivo. Secondo me ciò che permetterebbe a te di comprendere i dubbi dei tuoi lettori e a noi di migliorare le colorazioni sarebbe una "correzione" dei nostri lavori, non solo per sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato secondo te, ma per poter capire come avresti rappresentato tu quella cosa. Quello che cerco in un professore, oltre al suo parere è vedere come lui risolve un'esercizio. Il confronto permette a me di crescere e di scoprire un nuovo modo di vedere le cose, inoltre un professore che in una classe si trova 10, 20 modi diversi di rappresentare un tramonto, apprende a sua volta e magari scopre cose nuove.
Probabilmente è questo il motivo per cui non ci sono commenti che sollevino grossi dubbi, perchè dubbi su quello che hai spiegato non ce ne sono. I problemi arrivano all'atto pratico di rappresentare quel tramonto usando la propria osservazione. In questo caso quindi è interessante l'affermazione di jac quando dice che "ho trovato molto più utili le prime lezioni online dove vi era un'analisi dell'immagine", è questo quello che tu hai in più rispetto ad altri colorist, la capacità di analizzare, e forse è questo che dovresti trasmettere ai tuoi allievi, anche se credo sia difficilissimo senza un rapporto scolastico!
Ovviamente questo è solo il mio parere, ognuno avrà il suo e si aspetterà qualcosa di diverso dalle tue lezioni. Purtroppo non si possono accontentare tutti. Certo sarebbe bello averti come insegnante :)
Spero di esserti stato utile.
Ciaociao!
Quello che ho provato a scriverti era più o meno questo:
RispondiEliminaSecondo me c'è un ulteriore aspettoda prendere in considerazione ed è quello del mezzo che usi per realizzare il tuo lavoro... mi è venuto in mente leggendo il discorso delle texture. Per quanti metodi di fusione abbia PS le combinazioni sono comunque limitate e alla fine i 2/3 step per arrivare al risultato alla fine sono sempre quelli!
Il computer però a volte è una gabbia dorata, io ad esempio inchiostro molto spesso in vettoriale con uno stroke che simula il tratto a pennello, e per quanto il risultato mi sembri "giusto" il più delle volte lo sento come impersonale in un certo senso... ti capisco benissimo quando parli del discorso di darsi dei paletti in questo senso, un pò per avere la sicurezza difare le cose nel modo "corretto".
Al di là di tutto però, prendendo comunque sempre in considerazione il tuo modus operandi e applicandolo ad una tecnica tradizionale forse riusicresti ad ottenere un risultato diverso. Non so se mi sono spiegato... il concetto di base è che puoi avere un iter da seguire ma se il mezzo che usi è diverso ti costringe a trovare delle soluzioni alternative diventando inevitabilmente una variabile!
Documentazione - Osservazione - Metodo
RispondiEliminaHo sempre apprezzato questa tua triade didattica, che ben si applica a tutte le forme d'arte. Anche chi scrive deve: Leggere un fottìo di roba, Capirne la struttura narrativa, Scrivere la propria storia.
non chiudere il blog, non far cazzate eh!
Tutto ciò mi fa sentire in colpa... io seguo il blog da neanche un mese eppure mi sono rivenduto i link ai tuoi tutorial a cani e porci, considerandolo un ottimo tutorial (anche se non ho ancora avuto modo di mettermi lì con calma a sperimentarne i risultati) ed in effetti mi rendo conto solo ora che non ti ho neanche postato un grazie, pensando: ma cosa gliene fregherà a lui se io che sono l'ultimo degli stronzi lo ringrazio... invece effettivamente al posto tuo la cosa mi aggraderebbe parecchio ed in effetti sarebbe stato anche semplicemente buona educazione... sono ancora in tempo almeno per ringraziarti? beh... grazie mille.
RispondiEliminaUn bel post, Emanuele. Soprattutto visto che per tanti versi mi sento vicino a Jack (anche io ho detto "uffah, quando arriva la parte supersegreta del tutorial"), e per altri capisco te (quando scrivi che in realtà non puoi che snocciolare il tuo modus operandi). E il fatto è che insegnare un metodo, a volte, è allo stesso tempo capire alcune ragioni profonde del proprio operato quanto sottovalutarne altre.
RispondiEliminaDa qualche parte avevo trovato una massima zen che recita: "sviluppa una tecnica infallibile, poi lasciati andare all'ispirazione".
Banale, ma sempre vero - come è vero che il segreto del gusto è spesso legato a delle idiosincrasie stilistiche che sono tanto personali e compulsive da non poter essere spiegate col ragionamento.
Come dire, che alla fine Tenderini può spiegare il metodo, ma il metodo non basta a spiegare Tenderini.
:)
Non cerco, ovviamente, ringraziamenti per quello che faccio, e no, non ho intenzione di chiudere il blog! :) Tra l'altro, molte volte in cui mi è stata fatta qualche domanda specifica ho risposto rinviando l'argomento a futuri post, quindi diciamo che non mi sto neppure lamentando..magari la mia riflessione era partita dalla necessità di avere un'idea per fare in modo che il blog funzionasse in una determinata maniera, ma è ovvio che è tutto connaturato all'argomento che si tratta, o agli esercizi che si intendono fare a riguardo, o ecc.
RispondiEliminadetto questo, risponderò con post specifici a tutti voi! :)
Discorso complicatissimo quanto interessante.
RispondiEliminaCerti modi di impostare mentalmente una colorazione, certe "manie", certe accuratezze nella "stesura" di un'osservazione raccolta dal vero, possono essere trasmesse, insegnate.
Il metodo e la regola. C'è un fattore, però, che va considerato: la regola e il metodo possono essere applicati a tutto. Anche al proprio modo di percepire la realtà. Anche al proprio modo di pensare.
La "matematica" di cui parli e che, giustamente, colleghi anche al tuo metodo, è cosa preziosa.
Il resto, in fondo, lo insegni proprio in questo post.
Ottimo lavoro! ;)
cercherò, nei prossimi post, di approfondire il discorso, perchè secondo me gli spunti sono molto interessanti!!! spero, Gianluca che continuerai anche tu a seguire il discorso così ci confronteremo tutti con questo tipo di riflessioni!!! :)
RispondiEliminaforse un modo per procedere con queste "lezioni" potrebbe essere una specie di tutorial su come colori una tua immagine. Ma non tecnico. Cerco di spiegarmi. non sarebbe importantissimo sapere che usi un filtro colore al 40% (anche se sarebbe comunque utile) ma perchè lo fai. A me personalmente piacerebbe sapere come usi la documentazione. io ne faccio abbastanza ( non giga, ammetto, ma abbastanza) ma poi non so usarla. Mi sa che osservo male;di una di un'immagine mi interessa un effetto e di un'altra la luce ma non riesco quasi mai a metterle assieme. mi manca forse un ragionamento generale.
RispondiEliminaMentre scrivo queste righe mi viene in mente che anche nell'imparare a disegnare il mio iter è stato simile. All'inizio cerchi qualsiasi cosa tu debba disegnare (anche un sasso) .Inizialmente si cerca la soluzione trovata da altri disegnatori e si unisce in maniera acritica arrivando a soluzioni molto disomogenee (questo è anche quello che vedo quando qualche "giovane" mi fa vedere i suoi disegni ). Poi si inizia a capire come mai i disegnatori sono riusciti ad arrivare a quelle conclusioni per poi arrivare ad un proprio ragionamento. Questo digressione per dire se ho imparato a disegnare in 10 anni perchè dovrei riuscire a colorare dopo una settimana?
per finire e per tornare all'inizio del discorso forse vedere messo in pratica il tuo metodo di lavoro può portare il discorso un po' più sul piano della discussione pratica che forse è quella che può gererare più discussioni.
Possibile che ci sia gente a cui non piace come colori?! Mah.
RispondiEliminaIo personalmente spesso non ho strumenti per commentare: non sono un aspirante colorista e alle volte i discorsi sulla colorazione che fai per me diventano troppo complicati tecnicamente... Mi affascinano, ma sono troppo poco competente per poter instaurare un dialogo. Però mi piace molto il tuo blog e quindi non ti azzardare a chiuderlo!
Anche quando dovessi aver esaurito ogni lezione a proposito della colorazione, penso che anche soltanto postare tue considerazioni a proposito del disegno, commenti su immagini particolari, recensioni di fumetti-film-videogiochi, sono l'insieme di cose che possono trasmettere il tuo "gusto" personale e quindi aiutare chi è interessato a capire come si raggiunge, oltre alla tecnica, anche un certo tipo di gusto.
Forse sono un po’ in ritardo nel commentare e forse un po’ fuori coro,ma come al solito me ne frego e commento lo stesso perché una curiosità da quello che ho letto mi è saltata in mente.
RispondiEliminaQuello che mi interessava è il rapporto che intercorre tra allievo e maestro o colleghi/coloristi-disegnatori e parto copiando questa frase del secondo post.
“Quello che sottolineavo all'inizio dell'articolo non era un vero e proprio disagio dovuto alla mancanza di "domande o commenti" alle lezioni di colore, mi sono spiegato male, era più che altro la necessità di trovare una formula che potesse avvicinare di più l' "insegnante" all' "allievo", creando un'interazione più stretta tra tutti coloro che seguono il blog. Da questa "necessità" ne è scaturita la riflessione con Jack.”
Credo che il rapporto tra allievo/maestro non sia proprio come tra colleghi,parlo da allieva (e non solo nel disegno), quando non si sa nulla o poco,si sta ad ascoltare/leggere con attenzione,successivamente si prova a mettere in pratica e probabilmente dopo,nel momento in cui arrivano i primi problemi oggettivi, possono nascere delle domande per levarsi qualche dubbio o insicurezza. Quindi la mancanza di commenti da parte di neofiti mi sembra forse normale.
Quello che però mi incuriosisce è l’interscambio di conoscenza tra coloro che hanno già un bagaglio d’esperienza ma vogliono migliorarsi,dare del valore aggiunto ,apprendendo un po’ dal metodo di qualcuno che si stima.(il post inizialmente è improntato tra interscambio di pareri tra colleghi no?)
Mi sembra di aver capito, che la superficialità non paga,quindi chiedersi che tecnica usa (pennino o pennello nell’esempio con Moebius) probabilmente non serve, se si è già acquisita una certa dimistichezza con le proprie “armi”. La differenza sta nel come ci si approccia,nell’approccio mentale prima ancora di quello pratico..
La mia curiosità è: si riesce a mettere da parte il proprio metodo/approccio mentale, per avere la mente libera abbastanza per acquisire un po’ del metodo che ci interessa apprendere?...applicandolo con la dovuta attenzion/precisione?
Dico questo perché ,mi pare che dai commenti….in tanti, credevano di aver capito il “metodo” ma alla fine ci si accorgeva che qualche pezzo lo si tralasciava per la strada.(es sull’osservazione…o la documentazione..)
Parlo per me. Alle volte “credo” di aver capito il “metodo” che mi interessa, ma in realtà è già una mia interpretazione dello stesso…quindi simile ma non uguale,credo sia normale no?
Un'altra curiosità è: se uno dei punti fondamentali è l’osservazione;oltre al gusto per l’osservazione della realtà/documentazione,può essere utile osservare il metodo di un collega per capire delle cose,quindi vederlo in azione, mentre disegna/colora?
Io penso di sì,se quel santo non ti avesse fatto vedere il video di Moebius eri ancora lì che ti friggevi la testa!!! :D ghghgh …almeno ci toglie dei dubbi “superficiali”.Chiudo con una scemenza delle mie altrimenti inizio a diventare contorta e mi perdo!
Ciauuuuu
Anny