13 giugno 2011

Covers


Una cara lettrice alcuni giorni fa mi ha chiesto se potevo affrontare un tema particolare: "le copertine", cioè,  qual'è il ragionamento che si può fare per disegnare delle copertine "corrette" per i propri fumetti o libri? (lei è scrittrice e illustratrice, in realtà mi è un po' difficile riportare esattamente il senso della domanda che mi ha posto, perché era contestualizzata all'interno di un discorso più "completo", in ogni caso penso che abbiate capito di cosa stiamo parlando!).

Partendo dal presupposto che forse sarebbe meglio chiederlo all' Imperatore delle Copertine, cercherò di dare, nei prossimi giorni, delle indicazioni il più chiare possibili su quello che è il mio modo di ragionare per affrontare la realizzazione di una cover, sia dal punto di vista del disegno che dal punto di vista del colore.

Comincio il mio ragionamento (che, come ho detto, porterò avanti anche nei prossimi giorni, per cercare di fare un discorso il più completo possibile), analizzando la cover del primo numero di DEI.


Innanzitutto devo dire che la cover non è nata "avvolgente", cioè non presupponevo il fatto che continuasse anche in "quarta". Di solito se devo realizzare una cover di un mio fumetto parto sempre dall'idea di utilizzare gli elementi visivi più "banali" o "scontati", ma offrendoli nel modo più "interessante" possibile. Perché questo? essenzialmente perché una delle regole fondamentali per realizzare una Cover è quella di non svelare nulla di importante della trama raccontata nel fumetto (o nel libro), sarebbe piuttosto assurdo, no, disegnare in copertina il colpo di scena finale, è come uscire dal cinema e dire a quelli in coda per lo spettacolo dopo un bel: "muoiono tutti".


Gli elementi più banali o scontati di solito, ovviamente, sono i protagonisti della storia. Nel caso di DEI ho quindi raffigurato i 3 personaggi principali, Bacco, Venere e Marte, alla guida della loro biga divina. Altro elemento "banale" è sicuramente l' "Olimpo", ovvero la raffigurazione visiva dell'ambiente in cui si muovono i tre PT. In realtà solo poche tavole sono ambientate nell'Olimpo, perché i nostri 3 ne vengono subito "estromessi", ma sicuramente la "Casa degli Dei" è il posto più "immediato", banale se vogliamo, per calcare un po' il polso sulla "natura" della storia che il lettore andrà a leggere: "guarda, stiamo parlando di 3 dei, che vivono nell'olimpo", ripeto: banale, ma immediato. 


Attraverso quale elemento posso creare "interesse visivo"? La particolarità della storia di Alex Crippa è che nell'olimpo esiste una zona piena zeppa di anfore, che servono per contenere i "sotto-dei" catturati dai nostri 3. Ecco quindi il pretesto visivo per creare qualcosa di interessante: "disegno un sacco di anfore" che sono un elemento che mi permette di creare profondità, spazio, e un'interessante ingombro di colore, visto che le anfore studiate da me sono di un affascinante combinazione di colori: nero+arancione.


Quindi: 3 protagonisti+biga+olimpo+anfore. Che manca? Manca l' "AZIONE": "che cacchio stanno facendo i miei PT?", e qui c'è effettivamente la presenza della "TRAMA", devo stare attento a non svelare nulla, è il primo numero di una serie, che deve indurre curiosità, mi tengo "astratto", descrivo 3 elementi banali, per calcare un po' di più sull'impatto della lavorazione cromatica, voglio "spersonalizzare" un po' la copertina, per agire su una componente "grafica", ovvero voglio raccontare un "risultato visivo" non una "storia". Ed ecco la soluzione: 
"I miei tre protagonisti, sono sulla Biga, sembra che scappino ma in realtà non si sa, la biga corre, inquadratura inclinata per dare dinamismo e lasciare spazio sull'angolo in alto a destra per il titolo e i nomi, il cavallo in PP, che mi serve esclusivamente da quinta, per enfatizzare maggiormente la profondità creata dalle anfore, sembra un cavallo impazzito=ancora più dinamicità, sullo sfondo l'olimpo". Ho detto tutto e non ho detto nulla. Ho raccontato una "sensazione generale", puntando più sulla grafica che sulla trama. Non mi sono esposto per nulla, ma il prodotto stampato avrà una copertina "catchy" che indurrà il lettore ad aprire il libro perché in effetti incuriosito da tutto e nulla.

Dopo aver visto la prima "metà di copertina", l'editore mi ha chiesto di farla avvolgente (maledetto! :) ), beh quale migliore occasione per bruciarsi le retine a disegnare, una per una, un altro po' di anforette, e strutturare ancor di più la profondità e la dinamicità dell'inquadratura?
In questo caso ho colto anche l'occasione per far vedere un "sotto-dio" che esce dall'anfora in cui è stato rinchiuso (e sottolineo: ho disegnato il primo sotto-dio che si vede nella storia! sempre per non svelare troppo della trama!), per assecondare una componente "narrativa" che rientra a pieno titolo tra le mie pippe mentali ma che non potrete ammettere che non sia "buffa":

Prendete il libro, la prima di copertina riassume il "contesto", aprite, la seconda di copertina racconta i 5 minuti prima dell'inizio della storia, la storia inizia viene catturato la sotto-dea delle femministe (quella che vedete anche in cover), la storia continua, finisce, la terza di copertina racconta 5 minuti dopo la fine della storia, e in quarta di copertina la sotto-dea catturata all'inizio riesce a sfuggire da un Olimpo stranamente "desertico".
Quante pipettine mentali che mi faccio..e se ve le raccontassi tutte...bah! meglio che compriate il fumetto..DAI!

Domani vi dico, tecnicamente, come l'ho realizzata!

9 commenti:

  1. Lezione grandiosa!!! Attendo con ansia le altre ^^

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  2. quelle che tu ti ostini a chiamare "pippe mentali" sono intuizioni creative a tutto tondo: grafiche, narrative, stilistiche, comunicative. la tua idea del "prologo del prologo" stile decorazione d'anfora in seconda di copertina è stata davvero una bella trovata! leggere per credere...

    alexcrip

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  3. grazie Pam! :) nei prossimi giorni continuerò e completerò il discorso! :)

    alex: e quante ne vedremo, di queste intuizioni, nel secondo fottuto numero! :)

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  4. Qualsiasi editore francese più canonico ti avrebbe bocciato la composizione.

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  5. mmm..secondo me no, perchè il punto non è bocciare o meno la composizione della copertina, è accettare o no di pubblicare un progetto simile!! insomma..con qualsiasi editore francese più canonico non sarei arrivato a firmare il contratto per DEI...:)

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  6. è chiaro che il discorso è più ampio. Il mio era riferito semplicemente alla copertina, a prescindere dal resto.
    Cioè, per un qualsiasi fumetto, una copertina impostata, così, in Delcourt, Dargaud o Glénat non sarebbe mai passata.

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  7. Ma è proprio qui l'errore della tua affermazione "per un qualsiasi fumetto". Scusa se continuo ad insistere, ma vista l'accezione "didattica" che vuole avere questo blog, mi preoccupo di chiarire questa cosa al meglio, così i lettori si fanno un'idea corretta del lavoro.
    Una copertina, a mio modo di vedere, è l'evoluzione spontena del "contenuto" del fumetto, in termini di "storia", "stile", "sapore", "ritmo" ecc. Una copertina non dovrebbe prescindere dal senso del fumetto che deve "coprire".

    Se io lavoro per Delcourt, e realizzo un fumetto di ambientazione medievale, di certo questa copertina non va bene, e di certo non presento una cover con un'impostazione simile (infatti, per LeLombard, per 1066 ho realizzato tutt'altra copertina). Quindi il discorso, estrapolato dal contesto, diventa sterile.

    Il problema della cover di DEI resta il fatto che Delcourt, Dargaud o Glénat, 3 anni fa, non lo avrebbero acquistato. Quindi il problema della cover non si sarebbe nemmeno posto. Probabilmente oggi la situazione potrebbe essere anche diversa, nel bene e nel male, ma dire: "per un qualsiasi fumetto, una copertina impostata così, in ... non sarebbe mai passata" non è corretto, perchè la filosofia della cover è la stessa identica sputata della filosofia della storia che viene raccontata all'interno del fumetto, quindi accettato il progetto in se', sarebbe stata accettata anche la cover.

    Continuo a sottolinearlo esclusivamente perchè mi va di focalizzare l'attenzione sull'importanza di pensare ad un progetto a 360 gradi in conformità a quelle che sono le esigenze degli editori a cui si vuole presentarlo :)

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  8. cmq stiamo dicendo sostanzialmente la stessa cosa! :) solo che io pongo l'attenzione sul fatto che la copertina non sarebbe passata solo perch, per quelle case editrici, non ci sarebbe stato nessun fumetto del genere da coverizzare! :D

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  9. Infatti, MAnu, stiamo dicendo la stessa cosa. Quello che volevo sottolieare io è che non passasse, per errore, il messaggio che questo è il modo di fare generalmente le copertine in Francia.
    Questa, come dici tu, è perfetta per DEI, che è un progetto atipico nel panorama d'oltralpe.
    Come hai dimostrato con la copertina di 1066 e di Oeil de Jade, che sono prodotti più "classici", l'impostazione della copertina deve essere totalmente diversa.

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